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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Strage di Bologna: Mambro e Fioravanti condannati a risarcire oltre 2 miliardi allo Stato

La cifra precisa è 2 miliardi, 134 milioni e 273mila euro da versare alla Presidenza del Consiglio e al Ministero dell'Interno. Lo Stato ha vinto, ma non è stato ancora sbloccato il risarcimento alle vittime della strage

E' passata in giudicato la sentenza del tribunale di BolognaValerio Fioravanti e Francesca Mambro sono stati definitivamente condannati a risarcire per la precisione 2 miliardi, 134 milioni e 273mila euro alla Presidenza del Consiglio e al Ministero dell’Interno. 

Il tribunale civile di Bologna aveva già sentenziato a novembre del 2014, la difesa della coppia di ex Nar, accusati di essere gli esecutori materiali della bomba alla stazione, il 2 agosto 1980 e per questo condannati all'ergastolo, si era opposta alla richiesta di risarcimento, ma non è stato presentato appello, così ora i termini sono scaduti. La causa era stata intentata dalla Presidenza del Consiglio e dal Viminale per quantificare il danno accertato nei processi penali. 

RISARCIMENTO AI FAMILIARI. Una battaglia che il presidente dell'associazione e deputato Paolo Bolognesi sta portando avanti a Roma, insieme all'introduzione nel codice penale del reato di depistaggio e alla declassificazione dei documenti sulle stragi da parte di ministeri e servizi segreti.

Il 17 settembre, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Claudio De Vincenti (presente alla commemorazione del 2 agosto 2015) ha convocato due riunioni: "La prima per affrontare la vergognosa situazione in cui versa la non completa attuazione della legge n. 206/2004 che prevede indennizzi alle vittime di terrorismo e stragi. Una legge dello Stato che l’Inps, invece di applicare, pretende di interpretare a suo piacimento mentre gli invalidi di strage muoiono senza vedere riconosciuti i propri diritti. Vedremo se questo inspiegabile boicottaggio terminerà", scrive Bolognesi su Facebook "la seconda riunione è dedicata alla Direttiva del 22 aprile 2014 che ha aperto gli archivi di ministeri e servizi segreti obbligandoli a depositare i documenti sulle stragi all'Archivio di Stato. L’intenzione politica era buona, ma il comportamento degli apparati no e per un anno – come associazioni - abbiamo ripetuto inutilmente al Governo che ci sono correzioni da fare. Infatti, gli apparati che fino ad oggi hanno tenuto ben chiuse quelle carte sono gli stessi a cui la Direttiva affida il compito di renderle pubbliche. Senza nessun controllo esterno, lasciandoli la possibilità di preselezionare gli atti e scegliere cosa versare. Senza che si conosca l’elenco dei documenti effettivamente presenti negli archivi. Non era questo l’obiettivo della Direttiva e chiediamo un cambiamento radicale delle procedure perché così, come impostate oggi, non portano a niente se non alla strategia del “pacco vuoto” da parte degli apparati che consegnano fascicoli semivuoti con all’interno qualche articolo di giornale. Vedremo se ciò sarà fatto!".

2 agosto 2015, XXXV Strage di Bologna: le celebrazioni

er quanto riguarda l’introduzione del reato di depistaggio, il 31 luglio scorso, la proposta di legge a mia firma, votata dal Parlamento nel settembre 2014, ha iniziato il suo iter in Commissione Giustizia del Senato. Nel corso della commemorazione della strage di Bologna, il 2 agosto scorso: Il sottosegretario De Vincenti - riferisce sempre Bolognesi - ha affermato che la legge "è pienamente condivisa” dal Governo “e sosterremmo l’approvazione del testo senza modifiche, in modo da evitare un ritorno alla Camera”. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha definito la sua votazione “una priorità”. Vedremo se ciò sarà fatto.

"La nostra petizione 'Renzi, rispettate le promesse!' – a cui hanno aderito le Associazioni tra i familiari delle vittime delle stragi del treno rapido 904, Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, via dei Georgofili, Libera, Don Ciotti, Gino Strada ed Emergency, Antonio Ingroia e Azione civile, Salvatore Borsellino, il Movimento Agende Rosse, Francesco Guccini, Moni Ovadia ed altri amici che renderemo noti nei prossimi giorni – ha raggiunto 2298 adesioni. Un grazie ad ognuno di voi! Dobbiamo arrivare a 10.000 firme che consegneremo al presidente del consiglio. Quindi, continuiamo a firmarla e a diffonderla" conclude.

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