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Cronaca

Processo strage di Bologna, ex moglie Bellini: "Gli fornii alibi, poi crisi di coscienza"

A deporre in udienza il teste chiave dell'accusa. Nei prosimi giorni arriveranno altri due testimoni

Una conferma che contraddice la deposizione originale, ma conferma quella fornita in seguito. E' stato il giorno di Maurizia Bonini al processo bis per la strage di Bologna, dove la ex moglie del principale imputato, Paolo Bellini, ha confermato le circostanze che hanno visto l'alibi fornito dall'allora consorte alla ex Primula nera ritrattato e rivisto in merito al giorno della bomba alla stazione. A riportare i dettagli della deposizione l'agenzia Dire.

Rispondendo alle domande del presidente della Corte, Francesco Caruso, Bonini ribadisce di aver mentito agli inquirenti nel 1983, quando fornì un alibi a Bellini dicendo che l'ex marito, quella mattina, passò a prenderla a Rimini alle 9-9.30 per poi ripartire verso il passo del Tonale. La nuova versione, resa nota in fase di indagine e confermata il 21 luglio scorso, viene ripercorsa anche nell'ultima deposizione.

"Nel 2010 sono stata male e ho avuto una crisi di coscienza dopo un percorso spirituale. In quel momento mi vennero i dubbi, perché Paolo arrivò tardi a Rimini e in auto accese la radio e disse 'vediamo che è successo', poi mi guardò con occhi non sinceri" fa mettere a verbale Bonini.

Processo strage di Bologna, Bellini in aula: "Delitto infame, io non c'entro"

L'imputato, sostiene ora la donna, sarebbe infatti arrivato a Rimini intorno alle 13, orario compatibile con la sua eventuale presenza a Bologna all'ora della strage in stazione. Quanto alle dichiarazioni rese nel 1983, Bonini afferma nuovamente di essere stata imbeccata, all'epoca, dal suocero Aldo Bellini, che le avrebbe detto "di dire di stare al sicuro sull'orario, perché c'erano stati articoli di giornale che dicevano che Paolo era stato a Bologna".

La donna bolla poi come "una calunnia" quanto detto in aula dall'ex marito in merito a una presunta relazione tra lei e il cognato Guido Bellini nella seconda metà degli anni '70, e dichiara infine che non le risulta che Bellini abbia passato la notte tra l'1 e il 2 agosto 1980 in ospedale a Parma, dove era ricoverato lo stesso Guido.

Su quest'ultima circostanza è stata poi sentita anche Marina Bonini, vedova di Guido Bellini -anche lei già sentita il 21 luglio- che a sua volta afferma di non aver mai saputo che l'imputato, quella notte, fosse in ospedale accanto al fratello. 

"Non so -dice Bonini- se Paolo è andato in ospedale quella notte. Guido non mi disse nulla, e comunque io non l'ho visto". Marina Bonini conferma, invece, di aver consegnato la figlia Daniela a Bellini verso le 6.30 del 2 agosto a Scandiano, da dove i due avrebbero dovuto raggiungere il resto della famiglia a Rimini.

La donna aggiunge però che la figlia "non mi parlò mai di quel viaggio, io non sapevo che fossero arrivati tardi all'appuntamento". Resta, quindi, il dubbio su dove Bellini, nel caso fosse uno degli esecutori della strage, possa aver lasciato la nipote a Bologna prima di ripartire con lei per Rimini.

I legali dell'imputato avrebbero voluto due distinti confronti tra le due testimoni e Bellini, richieste però respinte dalla Corte. Un terzo testimone viene poi sentito per la seconda volta: si tratta di Michele Bonini, fratello di Maurizia, che ribadisce che la mattina del 2 agosto sua madre, dopo aver accompagnato a Rimini, all'appuntamento con Bellini, Maurizia e i suoi due figli, rientrò tardi, dopo le 13.30, in albergo a Torre Pedrera. Una dichiarazione, quest'ultima, che sostanzialmente conferma quanto sostenuto dall'ex moglie dell'imputato.

Altri due testimoni chiamati a deporre

Si aggiungono due nuovi testimoni al processo sulla strage del 2 agosto 1980 a carico di Paolo Bellini, Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia. Nelle prossime udienze, in programma il 17 e il 22 dicembre, saranno infatti sentiti in Corte d'Assise a Bologna il giornalista Giovanni Vignali e l'ufficiale del Ros dei Carabinieri, Francesco De Lellis.

Vignali, autore del libro 'L'uomo nero e le stragi', incentrato sulla figura di Bellini, sarà sentito sulle fonti utilizzate per la stesura del volume. De Lellis, la cui testimonianza è stata chiesta dai legali di parte civile, dovrà invece parlare delle indagini svolte a metà degli anni 2000 su Gennaro Mokbel, imprenditore legato ad ambienti di estrema destra.

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