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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Strage di Bologna, la requisitoria del procuratore generale: "Depistaggi e legami estrema destra-servizi assodati"

Non tutti gli argomenti sono stato esauriti: l'esame riprenderà venerdì

"Intensi rapporti di collaborazione" tra esponenti della destra eversiva e i servizi di intelligence è "un dato di fatto non controverso, ammesso anche da autorevolissime fonti istituzionali". E poi "Tutti i processi per strage sono stati afflitti dal virus del depistaggio, per questo l'accertamento della verità è stato sempre molto difficile". Infine, "operazioni di depistaggio già prima che la strage fosse realizzata materialmente".

Sono i trati salienti della requisitoria del procuratore generale Umberto Palma, nell'ambito delle dichiarazioni finali al processo bis per concorso sulla strage di Bologna, nel quale imputati sono Paolo Bellini, Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia.

"Legami con estrema destra acclarati"

Sui collegsamenti con l'universo dell'eversione nera, a riprova delle sue affermazioni, il magistrato cita i casi di estremisti di destra legati ai servizi come Carlo Digilio, condannato, reo confesso ma con pena prescritta per concorso nella strage di piazza Fontana e coinvolto anche nella strage di piazza della Loggia, Marcello Soffiati, Maurizio Tramonte (la 'fonte Tritone' dei servizi segreti militari) e Carlo Maria Maggi, condannati per la strage di Brescia.

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E Massimiliano Fachini, braccio destro di Franco Freda, e Gilberto Cavallini, condannato all'ergastolo in primo grado per concorso nella strage del 2 agosto e strettamente legato a Fachini. Quest'ultimo, ricorda Palma, "sapeva della strage di Bologna prima che venisse commessa, e non è affatto casuale che lo sapesse, per il suo inserimento in Ordine nuovo e per il suo collegamento con i servizi segreti". Quanto a Cavallini, il sostituto pg osserva che nella sua agenda furono trovati due numeri di telefono riservati che appartenevano ad una stazione Sip milanese utilizzata da Adalberto Titta, membro del servizio segreto parallelo noto come Anello.

"Depistaggi? in tutte le stragi, in questo caso prima dell'attentato"

Altro nodo è il depistaggio, finanziato sempre -secondo il pg- dalla P2 di Licio Gelli. "Il piduista Federico Umberto D'Amato venne incaricato da Licio Gelli dell'operazione Bologna, e sovvenzionato con 850.000 dollari non perché fosse un piduista qualsiasi, ma perché aveva un potere enorme e godeva di protezioni politiche enormi, a cui associava l'amicizia con Francesco Cossiga (già ministro dell'Interno e presidente del Consiglio all'epoca della strage del 2 agosto 1980, ndr)".

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Dunque, afferma in Corte d'Assise il sostituto Palma, "non c'è da meravigliarsi che Gelli si sia rivolto all'uomo che dava più garanzie per manovrare i gangli del potere e appoggiare operazioni di depistaggio già prima che la strage fosse realizzata materialmente".

Finora Palma non ha parlato dei tre imputati, ma ha ricostruito il contesto all'interno del quale è maturata la strage, soffermandosi principalmente sulla figura di Gelli, considerato il finanziatore dell'attentato. La requisitoria della Procura generale riprenderà venerdì, quando interverrà anche l'altro rappresentante della pubblica accusa Nicola Proto. (Dire)

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