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Nel museo di Boltanski, 81 specchi e 81 voci: così si ricorda la strage di Ustica | VIDEO

A 39 anni dalla tragica vicenda siamo andati visitare un luogo di memoria con Daria Bonfietti, presidente dell'associazione parenti delle vittime

27 giugno 1980. Dall'aeroporto Marconi di Bologna decolla un aereo diretto a Palermo: il volo Itavia 870 Bologna-Palermo. Sono le 20.08, due ore dopo l'orario di partenza previsto. A bordo viaggiano 81 persone, 64 passeggeri adulti, 11 ragazzi tra i due e i dodici anni, due bambini di età inferiore ai 24 mesi e 4 uomini d’equipaggio. Poco prima delle 21 del DC 9 si perdono le tracce radar. È un disastro. L'aereo esplode e si inabissa nel Mar Tirreno.

Da allora sono passati 39 anni, i resti del DC9 dal 2007 sono custoditi nel Museo per la Memoria di Ustica, in Bolognina, dove l'artista Christian Boltanski ha installato la sua visione artistica, di memoria e denuncia: 81 specchi per altrettante voci, che scavano nel cuore, lasciando brividi sulla pelle e fissandosi nella memoria.

Tra depistaggi, inchieste e segreti di Stato, il "muro di gomma" su Ustica non è ancora caduto e l'Associazione dei familiari delle vittime, fondata nel 1988, continua la sua battaglia alla ricerca della verità.

Domani, anniversario della strage, alle 11, nella sala del Consiglio comunale di Palazzo d'Accursio, il sindaco di Bologna Virginio Merola incontrerà i familiari dell'associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica. Qui il programma delle iniziative "Attorno al Museo".

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