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Studenti e movida in zona U: "Università aperta anche di notte" | VIDEO

Il delegato del rettore lancia l'idea di una miglior accoglienza degli studenti anche se "un po' di chiasso ci sarà sempre". Intanto il Comune avvia lo studio sulle abitudini della notte, dopo la ripresa post-pandemia

"Una cosa che l'Ateneo può e vuole fare è aprire l'Università la sera. Gli studenti, come noto, fanno graffiti, chiasso, alimentano lo spaccio e ovviamente non studiano". Lo dice ironizzando Federico Condello, delegato per gli studenti dell'Alma Mater di Bologna nel corso di un videoforum organizzatro dall'agenzia Dire.

E' naturalmente solo una parte del dibattito cittadino a insistere su queste "caratteristiche" degli iscritti all'Alma Mater, in particolare fuorisede, ma Condello è convinto che "meglio si accolgono e più impareranno a rispettare e ad amare la città che amano già moltissimo, un po' di chiasso ci sarà sempre, se vogliamo tenerci a Bologna circa 70mila studenti".

Rimane la questione movida: "Una cosa che l'Ateneo può e vuole fare è aprire l'Università la sera. E se possibile anche per un pezzo della notte. Non per svago, ma per farci dentro università" propone Condello "Piccoli esperimenti pilota che compimmo tra il 2013 e il 2014 ci dicono che questo può cambiare un po' per volta anche la popolazione che frequenta la cittadella universitaria".

Piazza Verdi

Alla "questione" piazza Verdi, sostiene il delegato del rettore, "si devono dare risposte positive e non proibizionistiche. Si devono aprire di più gli spazi. Noi lo vogliamo fare con i nostri, sono convinto che anche la città lo farà sempre di più con i suoi". 

Quindi "c'è un grande lavoro di contropropaganda da fare in maniera capillare e anche con grandi eventi pubblici organizzati insieme alla città, come i dottorati in piazza o AlmaFest. Conta anche questo: mostrare la bellezza della comunità studentesca è uno dei più forti argomenti per contrastare quel discorso che non è solo odioso, ma è anche stupido. Tra l'altro in piazza Verdi io vedo anche un sacco di miei coetanei", oserva il delegato del rettore.

"La città della notte": parte lo studio delle abitudini

Intanto parte la prima fase del progetto sulla notte del Comune di Bologna, con un primo periodo di studio delle abitudini della città dal tramonto all'alba. Ad anticiparlo è la vicesindaca Emily Clancy, con delega alle politiche per la notte: "In questi mesi partirà la fase di studio della città e delle sue abitudini notturne - spiega Clancy con un questionario aperto a tutta la cittadinanza. Avevamo bisogno di studiare la notte tornata alla normalità e non più con le restrizioni, per fare poi un progetto di politiche per la notte più complessivo e che rimanga negli anni".

"Decentralizzare i luoghi della notte, facendo in modo che dai luoghi più frequentati, ma anche più abitati, a una certa ora passi una mobilità notturna che sposti le persone in luoghi dove si può vivere la notte fino a tarda ora"

Una delle idee della Giunta comunale, annuncia Clancy, rimane "decentralizzare i luoghi della notte, facendo in modo che dai luoghi più frequentati, ma anche più abitati, a una certa ora passi una mobilità notturna che sposti le persone in luoghi dove si può vivere la notte fino a tarda ora, ma con una concentrazione inferiore di residenti". Del resto, sostiene la vicesindaca, "non possiamo immaginare che in una città come Bologna non ci sia un'offerta a tutte le ore".

Orari di chiusura dei locali e parchi aperti di notte

Un'altra idea è "differenziare gli orari di chiusura dei locali - suggerisce Clancy - in modo da non concentrare tutto il flusso di uscita negli stessi orari. Io poi vorrei anche fare anche qualche sperimentazione nei parchi, che se fruiti di notte avranno bisogno di maggiore manutenzione e attenzione, tuttavia possono essere un'alternativa alla piazza". In altre parole, sostiene la vicesindaca "sta a noi promuovere un'offerta culturale di qualità e policentrica, in tante zone della città, utilizzandola anche per creare sicurezza. Alcuni spazi periferici sarebbero più sicuri con una frequentazione notturna".

"La cosa più difficile è far capire che non ci sono risultati immediati su questi temi. Dobbiamo creare una cultura diversa. Sull'economia della notte alcune città lavorano da decenni, da noi è la prima volta. Sicurezza ed economia della notte hanno percorsi diversi, anche se sono intrecciati. Dobbiamo promuovere e creare le condizioni per una cultura positiva della notte. Sarà importante perchè il tema è anche creare una cultura positiva della notte, capire come gestire i conflitti, incentivare una professionalità di qualità dell'offerta notturna". Clancy parla ad esempio di "corsi di formazione per baristi e buttafuori", oppure di "protocolli per riconoscere e prevenire le molestie nei luoghi affollati". L'idea insomma è "regolare la conflittualità", ma anche "riuscire a percepire la notte come qualcosa che arricchisce". In altre parole, secondo la vicesindaca "il tema è non ignorare la notte o problematizzarla, ma governarla".

(Video agenzia Dire - Foto archivio)

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