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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Via del Gomito

Suicidio alla Dozza. La Camera penale accusa: 'Condizioni inumane'

"Ciò che indigna è che in 15 giorni 2 persone - in attesa di giudizio e quindi presunti non colpevoli - abbiano preferito togliersi la vita piuttosto che continuare a sopportare queste condizioni di vita"

E' emergenza sulle condizioni critiche in cui versano le carceri, e la Dozza - casa circondariale bolognese - è al centro delle polemiche. Qui, infatti, negli ultimi 20 giorni due detenuti hanno cercato la morte volontaria. Questi due suicidi si aggiungono alla drammatica conta su scala nazionale (sono 60 i morti suicidi in cella dall'inizio del 2011) che ha fatto scattare l'allerta. Uil penitenziaria ieri aveva invocato: 'Urgenza di soluzioni più volte richiamata a gran voce, e con autorevolezza, dal Capo dello Stato".

"Ciò che allarma, addolora ed indigna è che, nel giro di 15 giorni, due persone custodite nel carcere cittadino - per di più entrambe in attesa di primo giudizio e quindi, è bene ribadirlo, costituzionalmente presunti non colpevoli - abbiano preferito togliersi la vita piuttosto che continuare a sopportare condizioni di vita inumane ed illegali". Così ha invece sottolineato il Presidente delle Camera penale di Bologna 'Franco Bricola', l'avv.Elisabetta d'Errico commentando "l'ennesima morte alla Dozza".

"Un giovane uomo in attesa di giudizio ha cessato di vivere all'interno di una cella della casa circondariale di Bologna - spiega d'Errico a nome del Consiglio direttivo dei penalisti -. Poco importa a chi scrive se ciò sia accaduto per scelta o per disgrazia. A quante altre morti dovremo ancora assistere prima che la politica, incapace fino ad ora, nonostante la dichiarazione dello stato di emergenza intervenuta ormai due anni orsono, di interventi organici ed efficaci, appronti un progetto organico volto, da un lato, a diminuire il numero delle persone detenute attraverso la rimozione di norme nocive ed inutili anche sul piano della prevenzione del crimine e, dall'altro, a rendere civili le condizioni di vita all'interno degli istituti penitenziari?".
"A quante altre morti - chiede - dovremo ancora assistere prima che la magistratura passi dalle riflessioni e dalle dichiarazioni di intenti circa l'opportunità di disporre l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere solo in casi estremi nonché circa la necessità di incrementare le misure alternative, alla concreta attuazione di questi principi? La Camera Penale di Bologna, auspicando che anche il consiglio dell'Ordine degli avvocati di Bologna faccia sentire la propria voce su questo delicato tema, continuerà a denunciare l'uso eccessivo e pressoché esclusivo della custodia cautelare estrema, così come continuerà a denunciare l'eccessivo rigore, anche nelle ipotesi in cui non si verta in divieti ex lege, nell'applicazione delle misure alternative e nella concessione dei permessi premio. Invitiamo i colleghi penalisti a denunciare anche attraverso i quotidiani locali, che siamo certi non mancheranno di prestare la dovuta e consueta attenzione, situazioni di denegata giustizia affinché anche i cittadini bolognesi comprendano che il carcere non è quasi mai la miglior risposta alle esigenze di tutela della collettività".

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