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Cronaca Budrio / Via Cantapoiana

Finto suicidio a Budrio: i sommozzatori si lanciano nel canale, ma era una 'bufala'

Spiegamento di forze dell'ordine dopo la telefonata di un cittadino che riferiva di un aspirante suicida in procinto di lanciarsi nel Canale Emiliano Romagnolo. Tutta la scena era stata preparata ad hoc, con tanto di auto lasciata nei pressi del canale e un paio di scarpe abbandonate sul posto

Forze dell'odine in allerta temendo di ritrovarvi il corpo senza vita di un uomo. Il tutto per un falso suicidio denunciato da un cittadino, che - raccontano gli inquirenti - voleva così spaventare la moglie con cui aveva avuto un litigio.

E' accaduto ieri pomeriggio a Budrio.  Intorno alle ore 16:30, la Centrale Operativa dell’Arma di Molinella ha ricevuto la telefonata di un cittadino che riferiva di trovarsi di fronte a un uomo intenzionato a togliersi la vita nel Canale Emiliano Romagnolo situato in prossimità di via Cantapoiana. Preoccupato dal tenore del messaggio, l’operatore del 112 ha informato subito tre pattuglie dell’Arma e i Vigili del Fuoco di Bologna.

Giunti sul posto anche i sommozzatori, che non hanno esitato a tuffarsi in acqua per cercare il corpo, date le circostanze, ovvero il ritrovamento di un paio di scarpe sui fianchi del canale e un'auto parcheggiata nelle vicinanze. "Mentre gli operatori del 115 - riferiscono i militari - rischiavano la vita scandagliando il fondale del pericoloso Canale", i carabinieri sono venuti a conoscenza del fatto che l’auto ritrovata era in uso a un 43enne di Molinella, disoccupato, che qualche giorno fa si era allontanato da casa a causa di una discussione con la moglie.

Così, mentre la preoccupazione di trovare un cadavere sott’acqua si faceva sempre più forte, le ricerche sono state interrotte alle ore 23:30, quando il 43enne, pi risultato essere l'autore della telefonata di allerta al 112, ha fattoi rientro a casa a piedi nudi. Gli inquirenti dell’Arma di Mezzolara hanno quindi avviato le indagini per valutare eventuali responsabilità in relazione al reato di procurato allarme presso le autorità. 

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