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Cronaca

Suicidio in carcere, il Garante: "Progetto per responsabilizzare detenuti"

Un altro detenuto si è tolto la vita dentro la casa circondariale

Nel 2019 "si sono consumati due suicidi di persone detenute nel carcere di Bologna, e nel primo weekend dell'autunno di quest'anno giunge ancora una volta la tragica notizia di un altro suicidio, riguardante un uomo straniero che si trovava da alcuni mesi in custodia cautelare, alloggiato in una cella condivisa".

A darne notizia è il Garante dei detenuti del Comune di Bologna, Antonio Ianniello, evidenziando che "oggi come allora risulta sempre all'ordine del giorno l'urgenza di elaborare strategie che possano rendere più incisiva l'attuazione del Piano nazionale per la prevenzione delle condotte suicidarie in carcere, le cui indicazioni devono essere tradotte nei protocolli operativi locali tra il singolo istituto penitenziario e la competente Azienda sanitaria, costituendo il piano locale di prevenzione".

Il Piano nazionale, spiega Ianniello, "offre spunti essenziali che mettono al centro la formazione degli operatori locali, e pone anche l'accento sul potenziale ausilio che può giungere dai detenuti, adeguatamente formati a offrire vicinanza e supporto sociale ai soggetti a rischio".

In questo senso, per il Garante è "particolarmente interessante il progetto 'Peer supports' avviato dall'Ausl di Modena, che coinvolge 13 detenuti selezionati e ritenuti in grado di assicurare una funzione di sostegno per le altre persone a rischio, con il compito di allertare medici e operatori penitenziari se sorgono situazioni di allarme circa lo stato emotivo-psicologico della persona". Se questa sperimentazione, conclude Ianniello, "risultasse efficace sarebbe auspicabile, ricorrendone i presupposti, valutare l'opportunità di esportare il progetto anche a Bologna". (Ama/ Dire)

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