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Cronaca

Ancora tagli per i lavoratori dell'ex Bredamenarinibus, Fiom: "E il Governo tace"

"Nessuno puo' dire che finora la Regione Emilia-Romagna non abbia fatto qualcosa di importante - sottolinea il leader Fiom- gli chiederemo di fare di più. Quella per noi è una data spartiacque, dunque mi auguro che giunga chiaro questo segnale al Governo"

Tagli ai lavoratori dell'ex Bredamenarinibus: il sindacato non ci sta. Industria italiana autobus "rischia di avere i giorni contati". A rilanciare l'allarme per l'ennesima volta è Bruno Papignani, segretario regionale della Fiom in Emilia-Romagna, che gia' nelle settimane scorse ha denunciato il taglio del 30% agli stipendi dei lavoratori dell'azienda, dentro cui e' confluita anche l'ex Bredamenarinibus di Bologna.

Papignani se la prende ancora una volta col Governo, 'reo' di rimanere in silenzio di fronte a una situazione che rischia di portare Iia al fallimento. E annuncia un incontro la prossima settimana col governatore dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.

"Nessuno puo' dire che finora la Regione Emilia-Romagna non abbia fatto qualcosa di importante - sottolinea il leader Fiom- gli chiederemo di fare di più. Quella per noi è una data spartiacque, dunque mi auguro che giunga chiaro questo segnale al Governo. Batta un colpo prima di quella data, scelga il canale preferito e con chi, ma lo faccia. Perche', per usare un linguaggio politico comprensibile anche al ministro Salvini, ci siamo rotti i coglioni".

Papignani lancia l'appello tramite social network. "Non so piu' in quale lingua scriverlo, quale stratagemma usare- si sfoga il segretario Fiom- ma Industria italiana autobus rischia di avere i giorni o al massimo qualche settimana di vita. I lavoratori della Menarini autobus hanno preso lo stipendio in misura ridotta e rischiano di non percepire il prossimo. Si rischia perfino il fallimento che, mi sto convincendo, per qualcuno sia considerato il male minore". Papignani parla di "contatti frenetici" in questi giorni (non sempre cordiali, ammette), ed evidenzia "il silenzio del Governo, che si era impegnato a trovare una soluzione cesoia rispetto ai precedenti".

Secondo la Fiom, l'attuale proprieta' di Iia "ha responsabilita' primarie. Tuttavia sarebbe ingiusto non vedere un concorso di colpe che coinvolgono l'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi e i suoi ministri e viceministri, da Federica Guidi a Claudio De Vincenti fino a Teresa Bellanova". Allo stesso tempo, punta il dito Papignani, "non e' immune Invitalia e soprattutto Finmeccanica, oggi Leonardo, che e' il maggiore fra i responsabili per aver ridotto un inestimabile patrimonio industriale in un cumulo di macerie in 20 anni di gestione diretta, con l'aggravante che continua a lavarsene le mani quasi fosse Ponzio Pilato. Una vergogna, prima ancora che industriale, etica".

Ad oggi, ricorda ancora Papignani, "c'e' una proposta di un privato, il quale sa bene che noi privilegiamo una soluzione a maggioranza pubblica, come del resto ha sostenuto non senza contraddizioni il ministro Luigi Di Maio". Ma, aggiunge il leader delle tute blu, "nello stile della Fiom non si esclude nulla. Valgono i piani industriali, le garanzie occupazionali, i diritti e le condizioni di lavoro che non possono essere peggiorate a fronte di un'azienda piena di commesse senza, per ora, aver fatto un granche' in termini di investimenti, ricerca e progettazione, che potrebbero portare nuovi mercati per il trasporto pubblico e nel gran turismo, recuperando capacita' che rischiano di andare perse per sempre, smettendola di fare la produzione in Turchia, con una collaborazione sospetta iniziata ai tempi di Finmeccanica".

(Dire) 

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