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Cronaca

Energia, meno tasse in bolletta “più chance rinnovabili”

Come far convivere le energie prodotte da fonti rinnovabili e le fonti di energia tradizionali, sostenendo lo sviluppo delle prime in armonia con il sistema? "Solo spostando le tasse dalla quota variabile della bolletta, si farà seriamente efficienza energetica"

Come far convivere le energie prodotte da fonti rinnovabili e le fonti di energia tradizionali, sostenendo lo sviluppo delle prime in armonia con il sistema. Una sfida non solo dal punto di vista tecnico, ma anche di carattere politico, normativo e fiscale. Perché, come fa notare Roberto Pettinari, presidente di Hg Energy e responsabile della commissione Ambiente di Federmanager, finchè sui consumi ci sarà un’alta quota di tassazione, nessuno sarà veramente interessato al risparmio energetico, nemmeno lo Stato.

“Solo spostando le tasse dalla quota variabile della bolletta, si farà seriamente efficienza energetica”, afferma Pettinari. Per fare il punto della situazione e delineare i possibili scenari futuri, Federmanager Bologna e Ravenna, assieme all’Ordine degli ingegneri di Bologna, ha chiamato a raccolta esperti, professori universitari, addetti ai lavori per un convegno su ‘I possibili equilibri tra energia rinnovabile e tradizionale’.

“Il tema energetico è di grande interesse e vogliamo dare una visione il più possibile lontana dalla politica - spiega Eliana Grossi, presidente di Federmanager Bologna– molto spesso assistiamo allo scontro di fazioni contrapposte senza riuscire ad entrare nel merito dei problemi. Il nostro obiettivo è fare luce su questa materia per orientare i cittadini verso scelte consapevoli ed orientare le strategie del decisore politico”. Il presupposto da cui si muove la riflessione sviluppata nel convegno è l’ampia dipendenza del sistema globale dalle fonti tradizionali: l’85% del fabbisogno energetico è soddisfatto ancora da combustibili fossili. Il riscaldamento globale, tuttavia, costringe ad un cambiamento di rotta rispetto al quale, però, non ci sono ancora certezze dal punto di vista politico.

“Penso alle politiche annunciate in campagna elettorale dal nuovo presidente americano, Donald Trump- spiega Eugenia Rossi di Schio, coordinatrice del corso di studi in Ingegneria energetica dell’Università di Bologna- vedremo nel concreto cosa accadrà. Intanto, nei giorni scorsi, l’ex presidente Barack Obama ha ribadito l’interesse degli Stati uniti a portare avanti le linee di Cop21. Insomma, la situazione è molto fluida”. Quello che si può prevedere è che “l’Europa continuerà ad investire sulle fonti rinnovabili– sostiene la docente- e proseguirà nelle politiche di efficientamento energetico. In questo scenario l’Italia si sta muovendo bene, come dimostrano i dati sull’energia prodotta da fonti rinnovabili relativi al primo trimestre dell’anno diffusi dall’Enea, che certificano che il nostro paese ha superato, con il 17,6%, il target del 17% fissato dall’Europa per il 2020”.

Eppure, spesso il sistema ostacola e non agevola l’innovazione in questo campo. “Servirebbero regole certe, condivise e durevoli, cosa che non succede- osserva Mauro Maxia, manager di Enel Green-Power- questo non dà sviluppo alle rinnovabili, anzi frena gli investimenti in questo settore. Inoltre, spesso l’apparato amministrativo segue con ritardo gli sviluppi tecnologici, costringendo il sistema a recuperare anni e mesi di ritardi amministrativi”. Dunque, bisogna accettare che ancora per molto tempo fonti rinnovabili e fonti tradizionali dovranno convivere e si dovranno trovare soluzioni, anche tecnologiche, per far coabitare il ‘vecchio’ e il ‘nuovo’. (Dire)

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