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Cronaca

Dozza, perquisizioni nell'area 'alta sicurezza': trovati telefonini, uno era nascosto nella tv

Ennesimo cellulare introdotto nella casa circondariale bolognese. Sinappe: "Se non si interviene con fermezza, si giunge a punto di non ritorno"

Ancora cellulari nella casa circondariale bolognese. Episodi di questo genere allertano il Sinappe, sindacato di polizia penitenziaria. L'ultimo rinvenimento avvenuto ieri mattina, durante una perquisizione ordinaria effettuata presso il terzo piano - dove sono ristretti detenuti del circuito alta sicurezza (detenuti appartenenti alla criminalità organizzata, ndr).

Lo smartphone e uno microtelefonini, trovati in due momenti diversi, erano occultati all'interno di una tv di una camera detentiva di un detenuto non nuovo a questa condotta, riferisce il sindacato, che aggiunge: "Da qualche anno a questa parte l'aspetto che più preoccupa è legato alle comunicazioni fraudolente dentro le mura carcerarie; quella dei telefonini in carcere è una piaga che sta purtroppo dilagando senza argine alcuno, nonostante i pedissequi controlli da parte del personale". 

Il secondo è stato rinvenuto in seguito anche se era nascosto nella stessa tv. 

"Troppi sono, ad oggi, gli oggetti “non consentiti” che riescono ad entrare in carcere; dalle sostanze stupefacenti, alle sim card con relativi cellulari, finanche ad armi vere e proprie, come nei recenti fatti di cronaca di Frosinone", sottolineano dal Sinappe, invocando un intervento fermo, per scongiurare che si arrivi "a un punto di non ritorno".

Il SiNAPPe plaude i poliziotti penitenziari "perchè "nonostante tutte le difficoltà quotidiane, hanno svolto con competenza e grande professionalità l’attività che ha portato a tale rinvenimento" e ribadisce di "non poter più tollerare tutto ciò, considerato che questo comporta una minaccia quotidiana alla sicurezza dell’Istituto e di coloro che vi operano ogni giorno con dedizione".

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