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Bologna 'vince' l'osservazione del telescopio James Webb: "Ci mostrerà come nascono le stelle"

Lanciato a un milione e mezzo di chilometri dalla Terra, il telescopio ha un obiettivo brevettato da un astronomo bolognese. E bolognese è lo staff che per primo nel mondo presenta il progetto (Joe Biden escluso)

Al mondo ancora nessuno ha visto le immagini del telescopio spaziale James Webb che verranno presentate oggi in anteprima mondiale a Bologna. In realtà qualcuno in effetti ci sarebbe, ma si tratta di uno spoiler d'eccezione: è il presidente USA Joe Biden che ha anticipato alcune delle "registrazioni" fatte dal telescopio per conto della Nasa e affidate ai nostri esperti. Una sorta di diario per immagini che mostrerà cose bellissime e certamente incomprensibili senza la guida degli scienziati: noi abbiamo Sandro Bardelli (INAF-OAS Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello Spazio di Bologna) ad aiutarci a capirne qualcosa di più su questa cosa delle galassie, dell'atmosfera, dei pianeti e degli anni luce. E in particolare il ruolo della nostra città in tutto questo. 

Intanto una premessa, giusto per non dare nulla per scontato: perché si va nello spazio? 

"Da un lato per quella turbolenza dell'atmosfera che degrada le immagini e che nello Spazio non c'è. Per intenderci si tratta di quell'effetto per cui d'estate vediamo l'autostrada 'sfrigolare', poco nitida e quasi 'acquosa'. Il motivo poi per il quale vediamo le stelle brillare nel senso di 'sberluccicare'. In pratica l'atmosfera della Terra blocca raggi infrarossi e ultravioletti che portano informazioni e quindi dà solo una visione parziale. Ecco perché 30 anni fa nacque il telescopio Hubble (in onore dell'astronomo Edwin Hubble) lanciato in orbita terrestre nel 1990 e attualmente operativo. Dallo spazio è inoltre possibile studiare le prime formazioni delle galassie, inserite all'interno di un Universo in continua espansione. E' inoltre più semplice vedere i pianeti che orbitano intorno ad altre stelle". 

Cos'è quindi il James Webb Telescope e in cosa è diverso rispetto all'Hubble? 

"Il James Webb Telescope è un telescopio spaziale che nasce dalla collaborazione tra la NASA, l’Agenzia spaziale europea (ESA) e l’Agenzia spaziale canadese(CSA). Lanciato in orbita il 25 dicembre 2021 è considerato il successore di Hubble anche se naturalmente è molto più evoluto. È ad oggi il più grande e complesso osservatorio mai lanciato nello spazio e ha dovuto attraversare un periodo di preparazione di sei mesi prima di iniziare il lavoro scientifico e concederci i primi dati e le prime immagini. Rispetto al telescopio Hubble intanto ha un obiettivo molto molto più grande: passiamo dai 2,5 metri di diametro a 6,5. Per portarlo nello spazio questo grande specchio un po' troppo pesante è stato diviso in 18 pezzi di forma esagonale". 

Un'idea non recentissima e attribuibile a un astronomo bolognese? 

"Sì. Un'idea che ebbe negli anni Cinquanta l'astronomo bolognese Guido Horn D'Arturo: in pratica fu il primo a pensare di tassellizzare lo specchio e il suo prototipo si trova al museo della Specola a Palazzo Poggi". 

Torniamo al nostro telescopio. Proprio agli studiosi bolognesi l'onere e l'onore di presentare questo lancio...perché?

"Abbiamo vinto (non mi piace questo termine, ma è così) questa opportunità avendo fatto un progetto scientifico che è stato valutato da una commissione. A Bologna fra l'altro siamo in molti e abbiamo squadre validissime di scienziati. E non era certo un risultato scontato visto che la risposta a questa chiamata è stata 10 volte più grande della richiesta del tempo disponibile in tutto il mondo". 

Dunque sarete i primi a mostrare i risultati del 'viaggio' del telescopio James Webb? 

"Dovevamo essere i primi, ma il presidente Biden ieri sera (ora italiana) ha indetto una conferenza  con l'agenzia spaziale americana, cmostrando la prima immagine a colori e di valenza scientifica acquisita dal telescopio. Ma la serata di oggi non ha comunque precedenti e sarà per noi un momento importantissimo (serata al Casalone ndr)".  

Facciamo un riassunto di tutto questo? 

"Sì. Abbiamo questo telescopio il cui nome è stato dato in onore dell'amministratore della Nasa durante i progetti Apollo che è stato lanciato lo scorso dicembre (il giorno di Natale!) a un milione e mezzo di chilometri dalla Terra perchè osservasse la composizione chimica delle atmosfere dei pianeti che orbitano intorno alle altre stelle, per farci capire come si formano le stelle e cosa avviene all'interno di quelle nubi che fanno da schermo grazie agli infrarossi. Il James Webb ha aperto i suoi 'petali' e grazie al suo occhio potremo fare tantissime scoperte". 

James Webb: il telescopio spaziale osservato dagli scienziati bolognesi

(foto Hubble Space Telescope)

Il James Webb Telescope quanto resterà nello spazio? 

"Formalmente è finanziato per 5 anni e la speranza è che duri 10 anni. Ma va approvato uno stanziamento". 

L'Italia investe nei progetti spaziali? Quanto?

"Sì, l'Italia investe abbastanza attraverso l'agenzia spaziale europea. Quando si parla di spazio, visti gli investimenti importanti, i Paesi si uniscono per avere una forza tecnologica e industriale più forte. Il tutto vale la candela? Sì. Per ogni dollaro investiro nello spazio ne tornano indietro 9 come industria perchè viene spinta energicamente l'innovazione. Faccio qualche esempio concreto di brevetti fatti per lo spazio e oggi di uso comune: il teflon che utilizziamo per le pentole, il telefono cellulare, i computer sempre più piccoli e leggeri...Oggi per raffreddare delle parti di questo telescopio vengono utilizzati dei fogli sottilissimi: saranno quelli che coibenteranno le nostre case del futuro?". 

A Bologna le prime immagini a colori ottenute dal telescopio spaziale James Webb: dove e quando

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