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Decennale del terremoto, Bonaccini: "Più imprese e posti di lavoro di prima" | VIDEO

Il sisma del 2012 ha portato danni per oltre 13 miliardi di euro. Mentre la ricostruzione degli edifici privati è alle tappe conclusive, mancano all'appello quasi la metà dei pubblici, uno sforzo gigantesco che rischia di arenarsi per l'alto costo delle materie prime

L'Emilia-Romagna non chiederà la proroga dello stato di emergenza al Governo, attivato all'indomani del sisma del maggio 2012. Il punto sullo stato della ricostruzione, alla vigilia del decennale dalla prima scossa, è stato fatto questa mattina nella sede della Regione dal presidente e commissario alla ricostruzione Stefano Bonaccini, dal sottosegretario alla presidenza della Giunta, Davide Baruffi, e dal direttore dell’agenzia regionale ricostruzione-sisma, Enrico Cocchi.

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Domani, 20 maggio, a 10 anni dalla prima scossa delle ore 4.03, 5.9 gradi scala Richter, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella tornerà in Emilia, a Medolla e a Finale Emilia: "Mattarella venne a Mirandola 5 anni fa e la definì una ricostruzione esemplare - ha detto ai cronisti Stefano Bonaccini - stiamo parlando di una ricostruzione nell'ordine di 13 miliardi di euro che sta per terminare, possiamo dire che è stato fatto un lavoro davvero meritorio, la forza di una terra e della sua gente ha dimostrato che qui anche di fronte a tragedie immani come questa, ci si rimbocca le maniche e ci si lamenta molto poco".

"Ogni mese da 10 anni si tengono incontri - ha detto Bonaccini -  per richiedere ai vari governi che si sono sono succeduti (8), e vanno ringraziati tutti, risorse e norme per permetterci di ricostruire". Attualmente in Emilia-Romagna ci sono - più imprese e più posti di lavoro di prima del 20 maggio. Sono all'ottavo anno come commissario sull'emergenza, 2 anni lo è stato Vasco Errani, non chiediamo di prorogarlo, sono fiducioso, non ho dubbi che anche questo governo manterrà impegno". 

"Spiazzamento dei prezzi allarmante"

Mentre la costruzione degli stabili privati è alle tappe conclusive, i ben pubblici "sono a metà del guardo - ha detto Davide Baruffi, che sottolinea - c'è uno spiazzamento dei prezzi (delle materie prime - ndr) notevole e allarmante che non nasce solo dalla guerra in Ucraina, ma viene anche da prima e oggi rischiamo la paralisi dei cantieri pubblici - tuttavia - a Mattarella consegniamo un modello che potrebbe essere replicato". Quindi beni storici vincolati, monumenti, alcuni ancora in progettazione, proprio per la complessità dei lavori che sono stati completati per il 38%, ancora in corso per il 36% mentre circa un quarto è ancora in progettazione. 

(Nella foto: Cocchi, Bonaccini e Baruffi)

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