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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

13 anni fa l'Aquila poi il sisma in Emilia: spauracchio crisi sulla ricostruzione

13 anni fa il terremoto in Abruzzo. Anche per il nostro territorio si avvicina un anniversario importante, 10 anni dalle due scosse che fecero 28 vittime e oltre 300 feriti. Dppo lo stop della pandemia, l'alto costo delle materie prime incombe sulla ricostruzione?

13 anni fa il terremoto in Abruzzo, quel 6 aprile del 2009, quando la Casa dello studente dell'Aquila diventò il simbolo della devastazione, dell'incuria e dell'annientamento della speranza di quei ragazzi. Anche per l'Emilia-Romagna si avvicina un anniversario importante: a maggio del 2012 due scosse si terremoto, a breve distanza, il 20 e il 29, colpirono le aree comprese tra le province di Bologna, Reg­gio Emilia, Modena e Ferrara: 28 vittime e oltre 300 feriti, 58 comuni coinvolti, 14 miliardi di euro di danni,

Secondo i dati della protezione civile, 19.000 famiglie dovettero lasciato le proprie abitazioni, 14.000 le case e 13.000 le attività produttive danneggiate da quello che venne definito il primo "terremoto industriale", come ha ricordato il presidente della Regione e commissario alla ricostruzione, Stefano Bonaccini, durante un recente convegno su mafie e appalti. 

Anche nella nostra città il ritorno alla normalità è a buon punto, la ricostruzione è pressochè ultimata tra edifici, abitazioni e attività economiche, ma dopo il fermo causato dalla pandemia, potrebbe subire ancora rallentamenti a causa dell'alto costo delle materie prime. Almeno così teme la consigliera regiona PD, Palma Costi: "A distanza di dieci anni molto è stato ricostruito e riconsegnato ai cittadini, con edifici pubblici e privati sicuri dal punto di vista sismico, energeticamente più efficienti e questo ha permesso di riqualificare profondamente i nostri comuni e i territori agricoli ed industriali; ma la ricostruzione privata (sia abitazioni che imprese), seppure quasi conclusa, necessita del completamento della liquidazione per circa 600 milioni, mentre la ricostruzione pubblica è rallentata e questo incide anche sul completamento ed il recupero dei centri storici, creando non poche difficoltà alla loro rivitalizzazione. Pertanto - spiega la Costi - chiedo alla Giunta se intenda attivarsi con il Governo e le istituzioni nazionali per gestire la fine dello stato di emergenza ed il conseguente passaggio alla gestione ordinaria assicurando il personale necessario ai Comuni e quale soluzione per il mancato gettito IMU per gli edifici ancora inagibili, nel post emergenza. Inoltre, quale soluzioni intenda attivare verso gli enti attuatori della ricostruzione pubblica affinché si proceda ad avviare progetti e lavori, dove questi ancora non avviati e a sostenere il completamento dei lavori già in corso, dove avviati. Nonostante la ricostruzione sia ad un buon punto - conclude la consigliera Costi - siamo infatti convinti che la ricostruzione potrà dirsi davvero terminata quando avremmo recuperato per intero il cuore delle nostre città e delle nostre comunità".

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