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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Crevalcore / Piazzale Porta Modena

Terremoto, Crevalcore rinasce: nuovo ospedale, banche itineranti e tendopoli svuotate

Dopo due mesi dalle scosse distruttive, la vita ricomincia. Si pensa ad un nuovo ospedale prefabbricato, riaprono i negozi, chiese sotto tendoni, lavori di ristrutturazione. Tendopoli meno colme, ma caldo ed esasperazione per chi resta

La terra non ha mai smesso di tremare del tutto, ma niente a che fare con le scosse di terremoto distruttive dei mesi scorsi. La sensazione a Crevalcore è di una certa accettazione e la certezza che non possa accadere nulla di più grave rispetto a quel maggio 2012. La differenza è nei volti della gente, di coloro che ci dissero “niente sarà più come prima”, ma che ora è certa di poter tornare alla vita di un tempo, anche se il centro sarà da sistemare, le scuole, i negozi, il comune, la chiesa, le strade e tante case saranno da sistemare.

Crevalcore post sisma: un cantiere a cielo aperto

Porta Bologna, dal nome l’accesso al centro di Crevalcore se si giunge dal capoluogo. Di fronte, via della Pace, un cantiere aperto e giovani operai che lavorano sotto il sole cocente. Rumore di trapano, martelli e seghe e via vai di gente tornata alla vita quotidiana. Persino postazioni mobili delle banche. “Qui verrà il nuovo ospedale prefabbricato” (VIDEO) ci dicono “e quando sarà operativo, si inizierà il restauro della struttura danneggiata”.
Qualche centinaio di metri più avanti, un altarino con la statuetta della Madonna, candele e fiori. E’ la scuola materna rimasta illesa, si è invece danneggiato l’alloggio delle quattro Suore dell’Immacolata di Ivrea che la gestiscono. “Sente che bell’arietta, è il Signore che ce la manda”. E’ suor Maria intenta ad innaffiare le piante che decorano un’edicola religiosa nel grande parco, dove è stato allestito un tendone adibito a chiesa dei crevalcoresi e dove si è appena celebrato un funerale. “Abbiamo 5 sezioni, la scuola è intatta, certo se non edificano in modo sicuro per i bambini… La nostra casa è danneggiata, dormiamo come e quanto possiamo in una sola stanza, ma non ci manca nulla, solo un po’ di pioggia per smorzare la polvere dei lavori e nutrire la terra. E’ stato un colpo grande, ma qui la gente è stata coraggiosa. Vengono anche a dormire nei camper e nelle macchine davanti al parco, hanno paura, arrivano la sera tardi e la mattina presto spariscono”.

Come tutte le zone colpite, il disinganno è sempre nel centro storico (guarda VIDEO). E’ cambiato certo dalla nostra ultima visita, gli edifici sono stati messi in sicurezza e i ponteggi testimoniano una ristrutturazione silente. E'  stato svuotato il caveau dell’Unicredit al civico 67 del “corso”, via Matteotti, per l’inizio dei lavori di ristrutturazione, ma rimane sempre il silenzio di queste strade semi-morte, senza insegne, senza voci, senza biciclette, solo il tubare dei piccioni, i nostri passi e quelli del Vigile del Fuoco che scorta noi e una signora sfollata: “Abito vicino alla chiesa e sono fuori casa dal 20 maggio. Mi hanno assicurato che appena messa in sicurezza la chiesa, potrò rientrare. Non alloggio al campo, mi ospita un amico”.
Ma in fondo alla via qualcosa si muove. Persone e camion: è stata riaperta una piccola area dichiarata agibile e si effettuano lavori di ripristino di alcuni esercizi commerciali. Un’assicurazione, un’agenzia immobiliare, la farmacia e la parrucchiera Irene-New Look aperta in via San Martino “Io ho riaperto dopo 15 giorni, quando ci hanno liberato la strada. Al momento si lavora per la gloria, viene poca gente perché non si ha tanta voglia di pensare all’estetica, si tagliano i capelli solo perché è caldo, ma lo facciamo anche per tenere viva Crevalcore”.

A qualche chilometro dal paese, in via Caduti di via Fani, l’area del centro sportivo. E’ lì la vita. Auto, bambini che giocano, vociare… Tende sul prato libero messo a disposizione dal Comune per chi alloggia nelle strutture alberghiere e per chi non se la sente ancora di dormire in casa. La musica dalla Ford Fiesta con gli sportelli aperti, un tavolino, due sedie e una tenda: “Siamo in tre, io, mio marito e mio figlio, dormiamo in albergo e di giorno veniamo qui anche per andare in mensa. Stavamo nella zona rossa in affitto, ma il proprietario non ristruttura, mette in sicurezza poi vende, anzi svende. Per un affitto adesso chiedono 700 euro e chissà se arriveranno i soldi dallo stato. Sta registrando?” Rispondiamo di no e che nel caso avremmo dovuto chiederle il permesso “Perché non sta registrando?” E’ stanca e inasprita questa signora “a me sembra che favoriscano solo gli extracomunitari, abbiamo cambiato anche l’orario di cena perché loro fanno il Ramadan”.

Un vivace bar, una postazione CGIL, tantissime zanzare e un’arsura surreale nel campo che ospita 119 persone in 29 tende da otto letti . Ci accolgono le Guardie Ecologiche Volontarie, cui chiediamo com’è in la vita nel campo, quali le maggiori difficoltà. “La palestra che inizialmente ha accolto gli sfollati, - spiegano - ora è divenuta magazzino, una serra praticamente, e anche qui fa un caldo impossibile, nelle tende si superano i 40 gradi e i condizionatori non sono sufficienti. E poi non hanno frigo, fornelli, i servizi igienici sono all’esterno, non so proprio come facciano.
Questo è anche periodo di Ramadan e tanti sono i musulmani terremotati a Crevalcore, ”Serviamo 179 pasti – raccontano i volontari - e in più tutte le sere prepariamo la sportina da asporto per gli ospiti di religione musulmana”.
 

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