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A 10 anni dal terremoto, il ricordo è sempre vivo: "Quella mattina ho perso la voce" | VIDEO e FOTO

INTERVISTE. Nel cuore, nella mente e sulla pelle, i segni per sempre. Ma anche testimonianze di rinascita

Hanno voglia di raccontare quelle due date di maggio 2012, quando la terra emiliana tremò. Bologna Today ha incontrato i cittadini al mercato settimanale di Crevalcore per "sbloccare" il ricordo del sisma, condito di simpatia e vivacità. 

"Ero lì che facevo la sfoglia e ho visto il mattarello volare via, pensavo di stare poco bene. Quella mattina ho perso la voce, il nostro palazzo a Bolognina (frazione di Crevalcore - ndr) è andato giù. Noi non possiamo dimenticarlo, forse potranno i più giovani, forse  nostri nipoti". 

"Viene il magone e anche oggi appena sento un rumore o mio marito che si muove nel letto, mi allarmo. Mio figlio lavora a Finale Emilia - un paese completamente distrutto - lo sentono anche se è di 2 gradi". 

"Le mamme avevano portato appena i bimbi a scuola e si erano fermate al bar a prendere un caffè, può immaginare, sono venuta fuori e venivano giù i caminetti, la gente piangeva... Non si può dimenticare". "Molti con il panico sono finiti in ospedale".

E poi c'è Franca: "Ero al mare e mio figlio mi telefonò, mi disse di non tornare, siamo stati lì un altro mese". Racconta del suo servizio di bicchieri che da 12 "è diventato da sei... Non si aspettava che del terremoto ricordassi un particolare di questo tipo, eh? Quando sono tornata, in tanti dormivano nelle tende in cortile". 

E ancora: "La casa del mio fidanzato e quella di sua nonna sono andate completamente distrutte, sono stati in un container in giardino per molto tempo"

Gli anziani fuori casa hanno avuto la peggio

Si può dormire all'aperto, sotto una tenda, in auto, quando l'abitazione è inagibile, o per paura, ma sono stati i più fragili, come sempre, ad avere la peggio, come gli anziani: "Ho dormito in macchina per quasi una settimana, ma dovevo andare in bagno quindi dovevo salire in casa, mi accompagnava mia figlia che mi metteva sempre fretta. Non si può dimenticare, è stata una esperienza orribile, rimane sempre la paura di una scossa improvvisa, non eravamo preparati, anche se non lo si è mai". 

Il bar in centro riapre e diventa ritrovo

"Siamo riusciti a riaprire il bar, di fianco a noi c'è la farmacia e l'edicola". Ricorda Alda del Bar di via Metteotti, la via principale del centro storico di Crevalcore: "Così è diventato un punto di ritrovo, per tornare a un po' di normalità. Mio nonno diceva che Crevalcore è costruita sopra una palude e che è la palude stessa che ci protegge dai terremoti, ma non è stato così". 

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