rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Terremoto Emilia, Ing studia faglie: 'Se fossero affiorate molti più danni'

Ingv conferma: 'Durante sismi del 20 e 29 maggio, si è trattato di faglie diverse, parallele, vecchie milioni di anni, generate dalla spinta dell'Appennino. Il sovrascorrimento ha causato rialzo della superficie terrestre"

Durante il forte terremoto del 20 e del 29 maggio in Emilia, interessate due faglie diverse, parallele tra loro, vecchie milioni di anni. Il sovrascorrimento ha causato un rilazo della superficie terrestre di circa 10 - 15 cm. E' il succo di quanto i ricercatori dell'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia hanno potuto desumere analizzando i movimenti del terreno individuati con i satelliti radar COSMO-SkyMed dell’ASI.

Incrociando dati geologici, sismologici e di deformazione del suolo - spiega Ingv - "gli esperti hanno generato dei modelli fisico-matematici delle faglie in questione, con i quali hanno simulato gli stessi movimenti della superficie terrestre che vengono osservati da satellite. Utilizzando computer molto potenti sono state generate decine di migliaia di mappe di deformazione simulate, che sono state confrontate con le deformazioni osservate dal satellite. Al termine di questa procedura si è individuato il modello di faglia che meglio riproduce i movimenti del terreno osservati. Questi risultati sono solo preliminari, ma suggeriscono che i due eventi più forti della sequenza, il 20 e il 29 Maggio, siano avvenuti su faglie diverse, tra loro all'incirca parallele".

Queste faglie possono essere visualizzate come dei piani di frattura lungo i quali si ha lo scorrimento dei due blocchi di crosta terrestre: "il  blocco a Sud della faglia - spiegano i ricercatori - è salito sopra il blocco a Nord (per questo si chiamano sovrascorrimenti), causando sollevamenti del suolo di 10-15 cm.  Entrambi i piani di frattura si fermano a  qualche centinaio di metri di profondità, e quindi non arrivano ad intersecare la superficie. Un eventuale affioramento delle faglie in superficie avrebbe causato molti più danni nelle zone interessate".

Le faglie individuate corrisponderebbero a strutture mappate in profondità con studi geologici. "Si tratta - aggiungono gli studiosi -di strutture vecchie di milioni di anni, generate dalla spinta dell'Appennino settentrionale verso le Alpi.  La conoscenza di dettaglio della posizione e delle caratteristiche delle faglie attive è un elemento fondamentale per generare mappe di pericolosità sismica sempre più affidabili".

TERREMOTO DALLA PORTATA ECCEZIONALE: Congetture sulle cause e storico

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Terremoto Emilia, Ing studia faglie: 'Se fossero affiorate molti più danni'

BolognaToday è in caricamento