Terrorismo, arrestato 25enne: vita solitaria tra foto e video inneggianti la jihād
Emergono dettagli sull'arresto del giovane accusato del reato di auto-addestramento con finalità di terrorismo
Emergono altri dettagli sull'arresto del cittadino tunisino di 25 anni, accusato del reato di auto-addestramento con finalità di terrorismo (270-quinquies, comma 1, codice penale), introdotto nel 2015.
La Procura di Bologna, nell’ambito di un'indagine portata avanti dalla Polizia postale di Bologna e di Perugia, dalle Digos di Bologna e Parma e diretta dal Procuratore Capo, Giuseppe Amato, e dal Sostituto Procuratore, Antonella Scandellari, ha emesso, il 10 febbraio un provvedimento di fermo, eseguito il giorno seguente e convalidato dal Gip del Tribunale di Parma il 13.
Sarebbero stati rilevati gravi elementi indiziari a carico dell’indagato nonché il pericolo di fuga in seguito ai vari viaggi del 25enne in Tunisia, spostamenti del tutto leciti poiché in possesso di regolare permesso di soggiorno in Italia.
L'attività di monitoraggio è partita a gennaio del 2019 attraverso le analisi dei contatti telefonici (tabulati, Whatsapp, Telegram e Facebook) con attività sotto copertura.
Vita solitaria in campagna
Il giovane incensurato e regolare in Italia, dove vive da 10 anni con regolare contratto di lavoro presso i cantieri edili, non frequenterebbe centri di aggregazioni o moschee e farebbe vita ritirata nelle campagne del parmense, dove a seguito di una perquisizione è stato sequestrato materiale cartaceo e informatico. Ritenuto esperto dei canali e delle comunicazioni web, gli inquirenti hanno dovuto dimostrare che i suoi contatti con gruppi Whatsapp come “gli estranei”, il cui logo è un’immagine dello Stato islamico, “i canti dello stato islamico” e “l’esercito del califfato”, di 71 canali esteri Telegram, oltre alla consultazione di pagine web inneggianti la guerra santa, non fossero frutto di curiosità o fanatismo, ma del desiderio di diventarne parte attiva, ovvero combattere nelle aree di guerra, come, sempre secondo gli inquirenti, avverrebbe nella maggioranza dei casi. Il 25enne, nel tempo, aveva anche modificato l’immagine del proprio profilo Whatsapp con una foto raffigurante tre fucili mitragliatori automatici (AK47).
Le indagini, affidate alla Procura di Bologna per competenza territoriale, hanno permesso di individuare altri due profili Facebook a lui ricollegabili, dai quali si rileva, fanno sapere, una sua spiccata inclinazione alla cultura dello Stato islamico e alla lotta armata, con "like" e iscrizioni a pagine dedicate.
La perquisizione
Sono stati sequestrati un cellulare e diversi documenti ritenuti dagli investigatori di notevole valore. Nello smartphone sono state trovate migliaia di immagini che ritraggono scene di guerra nei territori mediorientali ed esecuzioni capitali, oltre a 40 video scaricati in meno di due mesi aventi come "colonna sonora" inni religiosi: si tratta di materiale esplicativo delle varie tecniche operative utilizzate da gruppi jih?disti nonché istruzioni per il confezionamento di ordigni artigianali con materiali di facile reperibilità. Presenti anche schede con “consigli” illustrati per realizzare bombe molotov e ANFO (miscela di nitrato d’ammonio, fertilizzante, e carburante), su tecniche di combattimento e raccomandazioni per evitare la cattura, tecniche per liberarsi da un ammanettamento, nonché metodi per occultare un cadavere, di disarmo e difesa da minacce armate. I contatti telefonici erano perlopiu internazionali, con Tunisia, Algeria, Filippine, Yemen, Gran Bretagna, Stati Uniti.
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I documenti cartacei dimostrerebbero, secondo gli inquirenti, la crescente radicalizzazione dell'uomo, con l'esaltazione della jihad e del martirio in omaggio ad Allah.
Alla luce di detti elementi il GIP del Tribunale di Parma, ha convalidato il Fermo della Procura di Bologna ed applicato nei confronti dell’indagato la custodia cautelare in carcere sostenendo che “… Sussistono, pertanto, gravi indizi di colpevolezza a carico del fermato in ordine al delitto di cui all’art. 270 quinquies c.p.”, che “.. abbia
realizzato comportamenti univocamente finalizzati alla commissione delle condotte di terrorismo di cui all’art. 270 sexies c.p.” e che “…deve essere valutata quale concreta, specifica ed inequivocabile condotta dell’indagato tesa ad auto-addestrarsi per realizzare un programma terroristico proposto dalle molteplici strutture jih?diste affiliate
all’ISIS…”.