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Cronaca

Auto di lusso esportate in Thailandia: scoperta maxi-truffa

Il Comando della Guardia di Finanza di Bologna ha collaborato con la Procura Generale e il Department of Special Investigation del Regno di Thailandia a una delicata indagine condotta dalle Autorità del paese asiatico

Ferrari, Maserati, Lamborghini e altre auto di lusso esportate in Thailandia a prezzo di seconda mano quando invece erano nuove: scoperta una maxi truffa e una organizzazione criminale grazie alle Fiamme Gialle di Bologna. Sono stati sequestrati ben 122 autoveicoli con un danno all’erario thailandese stimato sui i 300 milioni di euro.

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, su disposizione della locale Procura Generale, nell’ambito di una richiesta di assistenza giudiziaria in materia penale, hanno collaborato con la Procura Generale e il Department of Special Investigation (DSI) del Regno di Thailandia, nello svolgimento di una delicata indagine condotta dalle Autorità del paese asiatico in relazione all’importazione illegale di automobili italiane di lusso (Maserati, Lamborghini, Ferrari e Pagani).

Le investigazioni hanno permesso di sgominare un’organizzazione criminale transnazionale che, con un articolato ma semplice sistema, produceva false fatture, facendo figurare un prezzo di vendita di gran lunga inferiore al valore di mercato, che veniva giustificato dichiarando che le prestigiose vetture erano di seconda mano, quando in realtà erano nuove, consentendo così di evadere gli elevati dazi all’importazione, pari al 328%.

Per scoprire le prove della truffa si è resa necessaria da parte delle fiamme gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Bologna l’acquisizione e l’elaborazione di un’ingente mole di documenti e dati, riferiti ad oltre 500 autovetture esportate in Thailandia nell’ultimo decennio, che è stata effettuata direttamente presso le predette case automobilistiche nazionali - risultate completamente estranee agli illeciti e che hanno fornito piena e fattiva collaborazione nelle attività – in due momenti distinti, nel luglio 2016 e nel febbraio del corrente anno, vedendo la presenza in Italia, in entrambe le occasioni, degli stessi inquirenti thailandesi.

Grazie alle acquisizioni probatorie effettuate in Italia, le Autorità thailandesi hanno potuto finalizzare la complessa attività investigativa, che ha coinvolto anche il Regno Unito ed ha permesso di sottoporre finora a sequestro 122 autoveicoli in Thailandia. L’operazione è ancora in corso nel paese asiatico ed il danno finora accertato nei confronti dell’erario thailandese si aggira intorno ai 2,4 miliardi di Thai Bath, pari a 60 milioni di euro, ma la stima complessiva comunicata dagli inquirenti supera certamente i 300 milioni di euro.

La richiesta di collaborazione giudiziaria è pervenuta alla Magistratura bolognese attraverso il canale Interpol ed ha visto la diretta partecipazione di personale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale che ha assistito i colleghi thailandesi durante le due missioni infooperative effettuate in territorio italiano.

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