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Cronaca

Dopo più di 150 anni scoperta la tomba di Amalia Nizzoli, pioniera dell'archeologia al femminile

Due giovani ricercatori, "cervelli in fuga", hanno ricostruito gli ultimi anni di Amalia Nizzoli, archeologia ante litteram che nell'800 svelò i segreti degli harem e condusse scavi in Egitto. Alcuni oggetti da lei ritrovati a Saqqara si trovano al Museo Civico Archeologico di Bologna

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BolognaToday

Dopo una caccia di oltre 150 anni, la scrittrice e archeologa Amalia Nizzoli finalmente trova riposo grazie a un recente progetto di ricerca condotto da due giovani studiosi; Carlo Rindi Nuzzolo e Irene Guidotti hanno riportato alla luce importanti informazioni sulla sua vita, svelandone la misteriosa scomparsa. Amalia occupa un posto di prim'ordine fra le personalità che hanno contribuito alla cosiddetta "riscoperta" dell'Egitto durante la prima metà dell'Ottocento.

Nata a Livorno i primi anni del 19° secolo e moglie del cancelliere del Consolato Austriaco in Egitto Giuseppe Nizzoli, viaggiò lungamente per l'Europa e fin da giovanissima visse molti anni su suolo egiziano. Da questa esperienza produsse le sue Memorie sull'Egitto e specialmente sui costumi delle donne orientali e degli harem pubblicate nel 1841 a Milano che documentano la cultura, gli usi ed i costumi orientali del periodo e sono generalmente ritenute una delle prime testimonianze al femminile su tale materia. L'eccezionalità della figura di Amalia Sola Nizzoli consta nell'aver saputo con intelligenza e umiltà avvicinarsi alla cultura orientale, fino a vivere esperienze inconsuete per una donna del tempo, come la direzione di uno scavo archeologico a Saqqara e - dopo aver appreso la lingua araba - l'entrare negli harem, inaccessibili ai più. Anche grazie allo scavo diretto da Amalia, il marito Giuseppe Nizzoli fu responsabile della vendita di ricche collezioni di antichità egizie che formarono, negli anni a venire, i nuclei di importanti musei archeologici in Italia e all'estero, fra i quali il Museo Egizio di Firenze, il Museo Civico Archeologico di Bologna e il Kunsthistorisches Museum di Vienna.

Dopo la pubblicazione delle Memorie le notizie sulla scrittrice si interrompono bruscamente e non sappiamo né cosa le sia accaduto né quando e dove sia deceduta. Molti sono gli studiosi e le opere che a lungo si sono interrogati sulla fine della memorialista, senza essere giunti a risolvere il mistero.

Rindi Nuzzolo e Guidotti, dopo anni di indagini, sono riusciti - ripercorrendo gli spostamenti di Amalia Nizzoli sia in Italia che all'estero e attraverso un'approfondita ricerca di archivio - a ricostruire non solo i suoi ultimi anni di vita, ma soprattutto a ritrovare manoscritti inediti e prima d'ora sconosciuti che li hanno portati a scoprire la tomba della scrittrice, che si credeva oramai perduta dal 1841.

I risultati del loro studio verranno pubblicati a breve nel volume "Amalia Nizzoli e la sua tomba perduta. Storia di un ritrovamento e degli ultimi anni di vita dell'autrice di Memorie sull'Egitto".

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