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Cronaca Bolognina / Via Aristotile Fioravanti

In piazza Lucio Dalla c'è DiMondi, come il torneo: "Si ignora chi lavora dal basso per gentrificare"

Attiviste e attivisti contro il Comune. L'assessora Li Calzi: "È stato fatto un bando per la gestione"

La nuova piazza Lucio Dalla, voluta dal Comune per riqualificare la Bolognina con un mega programma di eventi del Festival DiMondi, non piace a chi, quel nome, già otto anni fa lo aveva scelto per il Torneo Dimondi

Si tratta di un progetto di sport popolare nato dal basso, autogestito, nato con l’intento di creare socialità e relazioni tra chi proviene da categorie sociali ed esperienze di vita profondamente diverse.

La scelta del nome e l'evento in sé, per le attiviste e gli attivisti è un affronto inaccettabile, ultimo tassello di un processo di gentrificazione che ha l'obiettivo di raccontare il quartiere in un modo nuovo in un luogo non casuale, quello di via Fioravanti appunto, dove prima c'erano realtà come l'ex Telecom e l'Xm24. 

"Apprendiamo che il Dimondi festival è un’iniziativa, fortemente sostenuta dal sindaco e dal Comune di Bologna, che porterà musica, sport e socialità in Bolognina, per cambiare il volto di questo quartiere, 'luogo finora conosciuto come cantiere e teatro di conflitti irrisolti che oggi cambia pelle' (queste le parole del sindaco alla presentazione ndr)'. Non pensavamo che ce ne fosse bisogno – proseguono – ma a questo punto ci sembra d’obbligo ricordare al sindaco e al Comune che un Dimondi che fa 'sport e socialità' in Bolognina (e non solo) esiste già da otto anni: si tratta del Torneo Dimondi".

"Lo stesso Torneo Dimondi i conflitti li attraversa perché sono parte essenziale di molti territori, spesso ne sono anzi il motore, e non si estinguono certo con una targa su una piazza o con il lancio dell’evento di turno. Vogliamo ricordare che la piazza Lucio Dalla si trova in un luogo pregno di significato, e cioè di fronte alle ex-Telecom, sgomberata per ospitare lo Student Hotel, e accanto all’XM24, la cui storia è nota a tutt* noi".

"La piazza Lucio Dalla costituisce solo l'ultimo tassello di una grande opera di gentrificazione a spese di quei presidi che, dal basso, tentano di farsi carico della marginalità e della liminalità che, in Bolognina più che in altri luoghi, esistono e continueranno a farlo".

"Permettere a chi vince un appalto di chiamare nello stesso modo un festival è un atto di appropriazione che ignora completamente le dinamiche e le iniziative informali che da anni permeano gli spazi cittadini. Giungiamo alla conclusione che, ancora una volta, nella 'città più progressista d’Italia' – attaccano – si mette in atto una dinamica dicotomica che protegge e tutela le esperienze formali e dotate del marchio istituzionale, e sussume quelle informali e autogestite, sgomberandole, appropriandosene o - talvolta - dimenticando come si chiamano, a seconda delle necessità dettate dallo storytelling del momento".

"Noi continueremo a concepire gli spazi cittadini non come city users (più o meno paganti), ma come attiviste e attivisti che vogliono organizzarli, risignificarli e creare reti dal basso. Manteniamo i presidi sulla città e sui nostri nomi", concludono.

La risposta dell'assessora allo Sport

Sulla questione interviene l'assessora allo Sport, Roberta Li Calzi, che nel 2020 portò la buona pratica del Torneo DiMondi a Bruxelles, in Parlamento Europeo, durante l'evento 'Sport VS Homophobia'. "A nostra insaputa", dicono gli organizzatori.

"Ho partecipato al torneo Dimondi anni fa, come mi è capitato e mi capita di fare a molti eventi sportivi (e non solo) della città, con finalità spesso anche di carattere sociale, per le quali ringrazio le realtà che di volta in volta le organizzano, eventi spesso supportati anche dalle Istituzioni (che poi si tende però a “demonizzare”)".

"Nel merito – scrive l'assessora – non condivido il contenuto di questo comunicato, perché penso che Bologna sia fatta di luoghi dove vivono varie anime e contrapporre le une alle altre sia concettualmente sbagliato. La tettoia è un luogo bello di sport, socialità, cultura e spettacolo".

"È stato fatto un bando per la gestione e molte società sportive con le quali sono costantemente in contatto per le attività che svolgono quotidianamente, stanno partecipando attivamente e positivamente alla programmazione, garantendo attività gratuite per la cittadinanza. Tutto ciò è importante per le cittadine e i cittadini del quartiere e della città, anche per coloro che non si possono permettere di praticare sport in altri luoghi".

"Pertanto, rispetto ovviamente le posizioni del comunicato, ma non le condivido, non ritenendole né costruttive né propositive. Infine, in merito al nome 'Dimondi', permettetemi di sorridere di fronte al fatto che si voglia in qualche modo vantare la titolarità di una parola molto comune a Bologna, utilizzata in tante occasioni e che dovrebbe unire e non creare contrapposizioni, che a volte si vedono anche dove non ci sono".

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