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Cronaca

Trapianto del rene a coppia, il medico: "Grande gesto d'amore. Potranno vivere entrambe normalmente"

Il direttore dell’unità operativa di nefrologia, dialisi e trapianto del Sant'Orsola racconta l'intervento della coppia e spiega in generale come funzionano le donazioni e le compatibilità con il ricevente

Il dottor Gaetano La Manna è il direttore dell’unità operativa di nefrologia, dialisi e trapianto del Policlinico Sant'Orsola. E' lui a raccontare dal punto di vista medico il percorso di Diva e Michela, le compagne che si sono sottoposte a donazione e trapianto dopo la scoperta che una delle due donne era affetta da sindrome di Berger e avrebbe dovuto convivere con la dialisi per sempre (qui la loro storia): "Un grande esempio di amore e gratuità, un bellissimo gesto che è passato dal nostro ospedale. Un grazie va al dottor Matteo Ravaioli, chirurgo epatobiliare e dei trapianti di fegato e rene che ha eseguito l'intervento delle ragazze". 

La storia bellissima di Michela e Diva racconta un gesto d'amore immenso. Quanto importante è la compatibità per un trapianto e in particolare per un trapianto di rene? "La compatibilità, nel trapianto del rene, è certamente un requisito importante che da sempre ha regalato la possibilità di donare e di ricevere organi. Ma la medicina si è spinta davvero molto avanti nel far accettare all'organismo che riceve anche un organo con cui ha poco o molto poco in comune. Il caso di Michela e Diva è fra questi perché il loro gruppo sanguigno è diverso e l'intervento si è potuto portare a termine grazie a terapie specifiche sugli anticorpi del ricevente". 

Cosa accade a chi dona un organo? Come cambia la sua vita? "Vivere con un solo rene non riduce la qualità della vita. Tutto torna assolutamente alla normalità. Chiaramente ogni donatore deve potersi permettere di privarsi di un organo e generalmente, appurato il buono stato di salute, nelle due settimane che precedono l'intervento si lavora sul ricevente per preparare il suo organismo ad accettare il nuovo rene". 

Quanto tempo è necessario per capire se l'organo è stato accettato? "Il livello di totale sicurezza non si raggiunge mai, perchè l'organismo può risvegliarsi in modo imprevisto in qualsiasi momento. Nella nostra lunga storia di trapianti del rene cominciati con il mio maestro, il prof. Vittorio Bonomini (autore, nel 1967, del primo trapianto di rene in Italia) abbiamo imparato che solo una minima parte dei trapianti raggiunge una compatibilità perfetta". 

Sono in molti a donare gli organi? C'è sensibilità su questo tema in Italia? "C'è una legge italiana che consente di dichiarare e far scrivere sulla carta di identità la volontà di donare i propri organi. E' bene, se desidera farlo, comunicare ai propri familiari se si vuole offrire a chi ne ha bisogno qualcosa di noi, per dare senso a una vita persa. Uno dei paesi che conta maggiori donatori è la Spagna". 

"La legge n° 91/99 “disposizione in materia di prelievi e di trapianti di organi e tessuti” prevede che ad ogni cittadino sia notificata la richiesta di manifestare la propria volontà sulle donazioni degli organi dopo la morte in base al principio del silenzio-assenso informato"

Siamo partiti dalla storia di queste due donne che hanno condiviso un'esperienza unica. Sono molte le persone che decidono di donare un organo a un proprio familiare? "Nel trapianto da vivente è un acosa che capita di frequente e una cosa che abbiamo riscontrato è che ad avere più dubbi è sempre la persona che riceve l'organo per pudore e per non mettere in difficoltà una persona che si ama. E' decisamente una cosa da superare visto anche quello che dicevo prima, riguardo la possibilità di proseguire una vita normale nonostante l'assenza dell'organo trapiantato". 

Stiamo superando, almeno ce lo auguriamo, un anno davvero difficile a causa della pandemia. I trapianti sono stati sospesi solo per lo stretto necessario e in concomitanza con focolai o momenti particolarmente critici..."Un periodo che ha messo in luce grandi problemi per i pazienti critici, ma che è stato superato con attenzione creando dei percorsi sicuri il più possibile e vaccinando sia i donatori che i riceventi". 

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