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Diritti

Riconoscimento dei figli delle coppie lgbt, Lepore sta con Sala: "Serve una legge"

Il sindaco di Bologna interviene dopo lo stop della Prefettura milanese. A Bologna il primo caso nel 2018

Il sindaco Matteo Lepore fa asse con il primo cittadino di Milano Beppe Sala, dopo la circolare della Prefettura meneghina che ha messo uno stop alle trascrizioni all’anagrafe di bimbi e bimbe nati da coppie omogenitoriali. A non poter essere più trascritti, per il Comune di Milano, sono i piccoli figli di due padri che hanno fatto ricorso all’estero alla gestazione per altri (o maternità surrogata) e di due madri che si sono affidate alla procreazione medicalmente assistita (la fecondazione eterologa, che per le coppie omosessuali si può fare solo all’estero) e che hanno partorito in Italia. Lo stop non riguarda invece (per ora) i figli di due madri partoriti all’estero. 

Lepore: "Il Parlamento deve fare chiarezza"

“Quello del riconoscimento è un tema controverso sul piano giuridico, ma assolutamente fondamentale per la vita e i diritti di tante persone. Per questo credo sia urgente affrontare con una legge che riconosca la parità di diritti e la pienezza di cittadinanza per tutte le bambine e tutti i bambini”, ha sottolineato Lepore all’ANSA. "Mi unisco – ha aggiunto il sindaco - alla richiesta di Sala, è il Parlamento che deve fare chiarezza. Come sindaci siamo spesso chiamati ad intervenire su problemi che non trovano risposte compiute nel nostro ordinamento, assumendoci anche responsabilità politiche per dare risposte a problemi concreti dei cittadini".

Come funziona sotto le Torri

La questione riguarda (al momento non direttamente) anche Bologna che già nel 2018, con l’allora sindaco Virginio Merola, registrò per la prima volta un bimbo figlio di due madri. Palazzo d’Accursio in questi anni ha proceduto con la trascrizione dei figli di due madri nati sia in Italia che all’estero, ma non con la trascrizione dei figli di due padri, proprio perché ritenuta più incerta da un punto di vista giuridico. A oggi in Comune non sono arrivate comunicazioni, sulla scia di quanto accaduto a Milano, da parte della Prefettura bolognese. 

La circolare della Prefettura di Milano e la sentenza della Cassazione

La stretta del prefetto milanese, decisa su indicazione del Ministero dell’Interno, recepisce la sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite del 30 dicembre, in cui i supremi giudici avevano stabilito che i bambini nati all’estero con la maternità surrogata dovessero essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori con l’adozione in casi particolari, che richiede l’approvazione di un giudice, e non con la trascrizione diretta all’anagrafe. Il 19 gennaio il Ministero dell’Interno, in una circolare diretta ai prefetti, ha sottolineato lo stop della Cassazione alle trascrizioni dei certificati dei figli di due padri nati all’estero con maternità surrogata e li ha sollecitati a «fare analoga comunicazione» ai sindaci. 

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