Cittadella giudiziaria, Lo Giudice chiama Roma: "Decidere in fretta"
Il senatore dem Sergio Lo Guidice porta all'attenzione dei banchi del Governo lo spostamento della sede del Tribunale. Da tempo pende l'ipotesi di spostare gli uffici giudiziari fuori dal centro storico
Fare in fretta, e prendere una decisione definitiva. Questo chiede il senatore bolognese Sergio Lo Giudice membro della Commissione Giustizia di Palazzo Madama, in una interrogazione parlamentare presentata oggi al Governo.
"La questione dei nuovi spazi per gli uffici giudiziari -comunica il senatore dem- su Bologna va risolta tenendo conto sia dei necessari criteri di economicità sia delle esigenze reali del Tribunale. Il dibattito che si è acceso in città merita una soluzione chiara e rapida". Nella nota si richiama l'allarme lanciato dal Presidente del Tribunale felsineo Francesco Caruso e dal presidente del Consiglio dell'Ordine Forense Giovanni Berti Arnoaldi, sulla "grave situazione degli uffici giudiziari" e il consiglio comunale di Bologna ha raccolto quell'appello approvando un ordine del giorno all'unanimità .
"Le parole pronunciare ieri a Bologna dal sottosegretario Gennaro Migliore -continua il comunicato- hanno mostrato che c'è la disponibilità a tener conto delle valutazioni che provengono dal territorio. Mi auguro che dalla risposta all'interrogazione emergano le intenzioni di via Arenula, in modo da rassicurare chi ha a cuore l'efficienza della macchina giudiziaria e segnala le criticità che rischiano di limitarla".
Da tempo infatti si scontrano due opzioni in merito alla collocazione dei locali dove si amministra la giustizia cittadina. Il Viminale vorrebbe rescindere i contratti di affitto nei palazzi del centro storico, e traslocare in massa tutti gli uffici nella ex-caserma "Stamoto" di via del Parco, zona Massarenti. Divergenti i pareri degli avvocati penalisti e della stessa presidenza della corte, che vorrebbero invece usare a pieno i locali della ex-maternità di via D'Azeglio, oppure gli spazi di un'altra ex-caserma, quella "Staveco".