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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Truffe ad agenzie viaggi e hotel per centinaia di migliaia di euro: smantellata banda

Spacciandosi per mediatori, proponevano viaggio su tratte internazionali a prezzi straordinariamente convenienti . Non solo. Erano arrivati anche a creare una vera e propria agenzia di viaggi clandestina (omonima di un'agenzia modenese) per mettere a segno i loro colpi, che hanno mietuto numerose vittime

Erano l'incubo delle agenzie di viaggi e degli hotel. Numerose sono quelle cadute nella loro di una banda di 'specialisti', che però sono stati inchiodati alle proprie responsabilità. 

A porre fine ai loro piani tuffaldini è stata un’indagine condotta dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bologn, partita da una querela sporta da un’agenzia di viaggi del capoluogo emiliano. Gli investigatori, attraverso una attività tecnica, sono così risaliti ad un sodalizio criminale, al cui vertice è risultato esservi un 46enne di origini bolognesi, già noto alle forze dell’ordine e condannato in passato per altri analoghi reati contro il patrimonio, da tempo dedito a truffe articolate commesse mediante l’utilizzo illecito di documenti elettronici di pagamento.

Le indagini hanno permesso di individuare numerose “agenzie di viaggio” operanti a Bologna e hotel delle Riviera romagnola vittime dell’articolato raggiro, per un danno di diverse centinaia di migliaia di euroNumeroso il materiale informatico sequestrato (personale computer e smartphone) dal quale sono emerse fonti di prova a riconferma dell’impianto accusatorio.   

Nella giornata di mercoledì, il personale della Polizia Postale ha eseguito i decreti di perquisizione domiciliare, personale ed informaticaa carico dei cinque indagati presenti sul territorio nazionale, responsabili di associazione per delinquere, indebito utilizzo di carte di credito continuato, truffa continuata, fatti aggravati dalla transnazionalità.  
Tra le fila del sodalizio, tre giovani bolognesi di cui uno attualmente detenuto in carcere, un siciliano ed un genovese, con precedenti per reati contro il patrimonio ed un peruviano, incensurato residente a Bologna. 


COSì TRUFFAVANO LE AGENZIE.  Il gruppo, attraverso una capillare attività di social engineering, utilizzava le informazioni acquisite per contattare, via telefono o e-mail, le agenzie di viaggi spacciandosi per facoltosi mediatori, in grado (a loro dire) di erogare titoli di viaggio su tratte internazionali tra paesi esteri a prezzi straordinariamente convenienti. A fronte di richieste di viaggi e servizi turistici particolarmente allettanti, le agenzie aderivano alle richieste, e così veniva conclusa la trattativa per l’acquisto di costosi titoli di viaggio i cui importi venivano però pagati con carte di credito “clonate”.
Solo in un secondo momento, a contratti perfezionati con gli ignari clienti, le agenzie di viaggio ricevevano le segnalazioni sull’irregolarità delle transazioni per l’acquisto dei titoli di viaggio o delle prenotazioni alberghiere dai circuiti delle carte di pagamento che segnalavano l’impiego di documenti “clonati” (ovviamente all’insaputa dei legittimi titolari). A quel punto, però, era già troppo tardi e le agenzie - vittime di truffa - si sono viste costrette a rifondere i creditori (clienti, compagnie aeree, strutture alberghiere, noleggio auto, tra cui anche lussuose limousine).

ANCHE GLI HOTEL NELLA LORO RETE. La banda aveva creato una vera e propria agenzia di viaggi clandestina (omonima di un’agenzia modenese realmente esistente ma estranea alla vicenda). La falsa agenzia ha colpito anche alcuni hotel della riviera  romagnola: millantando la gestione di vari pacchetti di viaggio collegati all’EXPO 2015, il gruppo criminale richiedeva prenotazioni di numerosi soggiorni, pagandoli anche in questo caso con carte di credito clonate e riuscendo così a farsi corrispondere le commissioni normalmente spettanti all’agenzia intermediaria. In seguito agli hotel giungeva la segnalazione della frode, quando però ormai gli importi per le commissioni erano stati pagati con ingente danno per le strutture alberghiere.
Le carte di credito utilizzate erano sempre intestate a cittadini stranieri per ritardare la possibilità di verifica della regolarità dell’impiego del titolo di credito “clonate”. Per carpire ulteriormente la fiducia dell’operatore turistico di turno, il gruppo criminale agiva anche sulle impiegate dell’agenzia, alle quali venivano inviate cento rose rosse, accompagnate da una lettera galante: ovviamente le rose erano state pagate con una carta di credito clonata.  
        
NON SOLO BOLOGNA NEL LORO RAGGIO DI AZIONE. Il gruppo agiva in Italia ed in Spagna, anche se allo stato non sono note le frodi perpetrate in territorio iberico; paese nel quale è comunque accertato confluissero i proventi e dove presumibilmente risiederebbero i vertici dell’organizzazione criminale.  

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