Vittime donne sole e fragili: sgominata la banda delle "truffe romantiche"
Nella rete anche diverse bolognesi. Fingendosi persone importanti o professionisti intrecciano relazioni virtuali allo scopo di raggirare le vittime e ottenere denaro
Tante le malcapitate a Bologna finite nella rete degli "scammer", come si chiamano tecnicamente, o truffatori, come meritano di essere chiamati. Fingendosi persone importanti o professionisti intrecciano relazioni virtuali allo scopo di raggirare le vittime ed estorcere denaro . Nella rete dei carabinieri sono finite agli arresti 19 persone, accusate di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio internazionale di denaro. Lo riferisce Today.it.
Sono state individuate 433 vittime della tipologia di questo tipo di truffa, residenti nelle province di Savona, Genova, Imperia, Milano, Bergamo, Lecco, Varese, Torino, Alessandria, Novara, Trento, Padova, Verona, Venezia, Bologna, Arezzo, Livorno, Roma, Teramo, Napoli, Foggia, Lecce, Cosenza, Catania e all'estero.
Diciannove cittadini nigeriani di età compresa tra i 22 e i 42 anni sono stati arrestati dai carabinieri tra le province di Savona, Bolzano, Como, Milano, Mantova, Rovigo, Pistoia e Siena al termine di una complessa indagine che ha consentito ai militari di raccogliere tutti gli indizi sull'esistenza di un'organizzazione criminale internazionale in grado di riciclare ingenti somme di denaro illecitamente ricavate da truffe online, perpetrate in diverse aree del territorio italiano, in Nigeria e in altri Paesi tra il 2019 e il 2021. Le indagini sono tuttora in corso.
Il "modus operandi"
La ''Truffa sentimentale'' o ''internet romance scam'' è rivolta soprattutto a donne sole di età comprese tra i 25 e gli 80 anni, anche fragili e, quindi, vulnerabili, affette da patologie, con le quali gli scammer intrecciano, spiegano gli investigatori, sui diversi social network relazioni virtuali facendo leva spesso su sentimenti di pietà e compassione, e raggirando, in questo modo, le vittime che, pur non conoscendo la vera identità degli scammer, sono indotte ad effettuare nel tempo ripetuti versamenti di denaro (sino a oltre 200.000 euro a persona). Al danno economico, si aggiungono le ripercussioni sotto il profilo psicologico e il sentimento di vergogna.
Truffa ''man in the middle'': questo tipo di raggiro informatico consiste nel violare le comunicazioni di un'azienda allo scopo di ''sostituirsi'' ad essa, clonandone l'identità e le relative pagine internet, oppure i relativi clienti e fornitori, in modo da far dirottare i pagamenti verso i conti correnti dell'organizzazione criminale. I malfattori entrano nella posta elettronica di un'azienda o di un suo dipendente utilizzando diversi metodi, come e-mail di phishing e/o l'invio di malware. Gli scammer hanno così modo di interporsi nella corrispondenza tra azienda e clienti/fornitori, riuscendo ad indirizzare il denaro sui conti da loro indicati. Sono state individuate strutture ricettive truffate nelle province di Savona, Imperia, Milano, Venezia, Livorno, Roma e Napoli.
Il giro d'affari
Come riportato nell'ordinanza emessa dal G.I.P., il denaro ricevuto era poi trasferito ad altri nigeriani residenti in provincia di Savona, i c.d. ''prestaconto'' (quasi tutti richiedenti asilo politico, perlopiù disoccupati, senza alcun reddito lavorativo lecito o lavoratori saltuari e in 3 casi beneficiari del Reddito di Cittadinanza) e da questi proiettati su altri conti correnti (sono stati individuati 108 rapporti finanziari in ben 30 istituti di credito ubicati in tutta la provincia di Savona), oppure su carte di credito o prelevato in contanti, infine trasferito in Nigeria con money transfer, operazioni web, hawala o di persona con voli aerei, trattenendo delle percentuali, in alcuni casi del 25%.
Sui conti in uso agli indagati è stata movimentata la somma di 5.914.380 euro, di cui 1.861.411 ricevuti direttamente dalle 433 vittime dei reati di truffa sentimentale e 272.420 euro ricevuti da soggetti non meglio identificati in 57 diversi paesi nel mondo, nell'arco temporale dal 2019 al 2021. Sui cellulari sequestrati ad alcuni indagati sono stati individuati messaggi scambiati con connazionali presenti in Nigeria in cui si stabiliscono, tra le varie comunicazioni, anche le percentuali di guadagno dei riciclatori sulle somme ricevute a seguito delle truffe on-line.