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Tubercolosi al Villaggio del Fanciullo: 'No allarme, ma c'è sicuramente una ripresa a Bologna'

Dopo il caso tbc al Villaggio del Fanciullo, dove i bimbi che hanno frequentato il campo estivo si stanno sottoponendo a controlli, tornano le preoccupazioni sul tema. Lega: 'Comune vigili, controlli su immigrati'

Nuovo caso di tubercolosi in città, dove in questi giorni i bambini che hanno frequentato i campi estivi al Villaggio del Fanciullo stanno effettuando controlli per essere entrati in contatto con una dipendente affetta da tbc. Non è il primo caso negli ultimi tempi a destare preoccupazione nel capoluogo emiliano.

Sul tema si è espresso, infatti, Camillo Boari, direttore sanitario dell'ambulatorio Biavati di Bologna, asserendo che forse non siamo di fronte ad un vero e proprio allarme sociale, ma "c'è sicuramente una ripresa della tubercolosi nel bolognese".

"Di casi ne abbiamo già visti - aggiunge Biavati - li indirizziamo agli ospedali o ai centri Ausl che per fortuna in questa città sono ben funzionanti: noi qui non siamo attrezzati per la cura di quella malattia e il ricovero". Il centro di Strada Maggiore, gestito dalla Confraternita della Misericordia, infatti, si occupa dell'assistenza sanitaria in particolare per i cittadini stranieri irregolari e per le persone senza fissa dimora. Un punto di riferimento e, al tempo stesso, un antenna sul territorio.

Se il direttore sanitario non si sbilancia, lo fa la Lega Nord, che sul tema nutre grosse riserve. "Boari, che si occupa dell'assistenza sanitaria in particolare per i cittadini stranieri irregolari e per le persone senza fissa dimora, afferma che i casi di tubercolosi a Bologna sono sicuramentene in aumento. Preoccupazione che come Lega già da tempo avevamo lanciato e che molti partiti avevano velocemente archiviato come allarmismo volto a recuperare un paio di voti". Così la consigliera comunale del Carroccio Lucia Borgonzoni, che spiega: "La cosa che ora più mi spaventa, è che non avendo in quella struttura le attrezzature per la cura della Tbc e il ricovero, indirizzano queste persone agli ospedali o ai centri Ausl del territorio. Queste affermazioni mi preoccupano perchè credo sia tecnicamente impossibile controllare che un irregolare o un uomo senza fissa dimora segua in modo ligio i protocolli che si dovrebbero adottare davanti a delle malattie infettive e che si diriga immediatamente, per evitare di contagiare altre persone, alle  strutture indicate dall'ambulatorio Biavati".

L'auspicio della leghista è che il Comune vigili sul "rischio epidemie in città", a tal proposito è stata richiesta un'udienza conoscitiva per comprendere i protocolli attivati, sia con gli irregolari, che con i "nuovi arrivati" dell'operazione Mare Nostrum.

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