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Cronaca

Tubercolosi alle Drusiani Lega Nord: 'Oltre agli immigrati, importiamo anche batteri e virus'

Per il leghista Bernardini si tratta "di uno dei tanti, e spiacevoli, inconvenienti e costi sociali prodotti dall'immigrazione"

Il caso della sospetta infezione di tubercolosi alla scuola ‘Drusiani’ finisce in consiglio regionale. Secondo la Lega Nord, si tratta “di uno dei tanti, e spiacevoli, inconvenienti e costi sociali prodotti dall’immigrazione. Oltre agli stranieri, infatti, importiamo anche batteri e virus”.

In una nota, Manes Bernardini segnala che Bologna-città, in base ai dati della stessa Regione, è al quarto posto tra i distretti regionali per incidenza di infezione, con 16,3 casi ogni 100mila abitanti. L’ultima rilevazione pubblicata è del 2011. L’Organizzazione mondiale della sanità fissa a 10 i casi-limite per definire un basso rischio, ma ben 17 distretti emiliano romagnoli sono sopra questa media (a Castelfranco i casi sono addirittura il doppio).

In un’interrogazione il consigliere del Carroccio chiede quindi “quali siano le strategie di prevenzione e contrasto messe in campo dalla Regione e che cosa intenda fare la sanità emiliano romagnola per abbattere l’incidenza dei casi” e “perché quella del test Mantoux sia una prassi non più consolidata”. Ma anche: “Se non ritenga dirottare i 3,2 milioni di euro oggi distribuiti a pioggia in premi-produzione a 184 dirigenti, a favore di un’adeguata politica di prevenzione nelle scuole”.

Analogo atto è stato presentato in Comune dalla consigliera Mirka Cocconcelli. Il 6 luglio 2012 il consiglio comunale votò all’uninimità un ordine del giorno della Lega Nord che impegnava la giunta a istituire i test Mantoux (esame per verificare il possibile contagio dalla tubercolosi - ndr) anche nelle scuole. “La giunta non ha mantenuto le promesse”, denuncia Bernardini: “dallo stesso rapporto regionale” emerge che “la crescente immigrazione da paesi ad alta endemia tubercolare crea i presupposti per l’aumento della circolazione dell'agente batterico, compresi anche ceppi resistenti ai farmaci comunemente diffusi nei paesi di origine”.

“E’ l’ennesimo ‘conto’ che ci consegna l’immigrazione, un flusso di persone che si traduce in bocche da sfamare, rischi per la sicurezza, nuove e crescenti patologie e meno opportunità e risorse per la nostra gente. Un conto che non ci possiamo più permettere”.

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