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Donna uccisa e gettata nel cassonetto, un amico: "L'ho vista giovedì, avrei potuto dirle qualcosa in più" |VIDEO

Emma Pezemo viveva con altre ragazze nello studentato "Galvani" a Casteldebole, una via di palazzi, tanto verde e un parco che verrà nuovamente ispezionato dalla Polizia alla ricerca dell'arma del delitto

"L'ultima volta che l'ho vista era giovedì, ci siamo detti ciao, poi mi sono sentito un po' male perchè avrei potuto dirle di più". A parlare è Gloire, un amico di Emma Pezemo, la 31enne di orgine camerunese, uccisa, fatta a pezzi e gettata in un cassonetto. 

Emma viveva con altre ragazze nello studentato "Galvani" di via Enrico De Nicola, a Casteldebole, una strada di palazzi, tanto verde e un parco che verrà nuovamente ispezionato dalla Polizia che è ancora alla ricerca dell'arma del delitto, una lama pesante, probabilmente un machete. 

"Studiava sempre, credo stesse preparando la tesi. L'ho conosciuta quando ho aiutato una sua coinquilina. Ieri uscendo ho visto la Polizia e ho scritto a un mio inquilino, poi un'amica francese che viveva qui mi ha mandato un link". 

"Il rapporto con gli studenti è buono, qualche hanno fa facevano un po' di 'casino', adesso sono buoni. Devono studiare per forza, devono dare un tot di esami per stare nello studentato". Ha detto ai cronisti una vicina di casa. 

Dopo la segnalazione di un cittadino che aveva notato delle tracce di sangue vicino a un cassonetto non visibile dalla strada, gli agenti hanno trovato il corpo all'altezza del civico 25 di via Palmiro Togliatti, all'interno di un parcheggio. Al momento gli inquirenti ritengono che ad ucciderla sia stato Jacques Honoré Ngouenet, connazionale 43enne, trovato senza vita nella sua abitazione, e con il quale Emma aveva una relazione. 

Emma sabato 1° maggio non era tornata a dormire, così le coinquiline hanno chiamato la Polizia, poi il macabro ritrovamento. Si ipotizza che Ngouenet, seguito dai servizi sociali per i suoi problemi psichici, abbia caricato il cadavere nell'auto, che in seguito potrebbe essere stata ripulita, por poi gettarlo tra i rifiuti. In casa dell'uomo, trovato impiccato, è stato rinvenuto un biglietto con frasi sconclusionate che però non farebbe cenno all'uccisione della studentessa. 

La ricostruzione

Nel pomeriggio di ieri, domenica 2 maggio, la Polizia è intervenuta in via de Nicola per una segnalazione da parte delle coinquiline della  vittima preoccupate dal fatto che la donna, 31 anni, non era rientrata nella propria abitazione nè aveva dato alcuna notizia. Attivate le ricerche, il corpo della giovane è stato rinvenuto nel cassonetto, fatto a pezzi, probabilmente con un'ascia. A portare gli investigatori dritti al cadavere sono state alcune tracce di sangue intorno al bidone, segnalate da alcuni cittadini.

Poco dopo il rinvenimento del cadavere di Emma, i poliziotti hanno trovato un altro corpo senza vita. Quello del compagno della giovane, Jacques Honoré Ngouenet, da qualche tempo ospite di una comunità per problemi psichici. Nessun precedente, regolare permesso di soggiorno e nessuna attività lavorativa. 

L'uomo si sarebbe ucciso impiccandosi. E mentre gli inquirenti cercano ancora l'arma del delitto, si attendono risposte dall'esame dei due cadaveri. 

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