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In carcere da febbraio 2019

Terminata l'udienza, Patrick Zaki esce dal carcere

Rilasciato, ma fino alla prossima sessione del primo febbraio. Gli attivisti temono che scatti il meccanismo delle "porte girevoli", cioè che possa essere arrestato nuovamente con altri capi d'accusa

E' stata ordinata la scarcerazione dello studente egiziano dell'Università di Bologna Patric Zaki al termine dell'udienza che si è tenuta oggi al tribunale di al-Mansoura. Lo conferma l'ong Eipr. Potrebbe essere rilasciato tra stasera e domani, ma è stata già fissata la prossima udienza, il primo febbraio. Lo studente Unibo era stato arrestato 22 mesi fa con l'accusa di sedizione. Ha già trascorso oltre 650 giorni nel carcere di massima sicurezza di Tora, al Cairo. 

"Un passo avanti enorme nella direzione della giustizia - commenta sui social Amnesty International - oggi scenderemo in piazza con uno stato d'animo diverso. Finalmente". 

Soddisfazione anche in una nota di Mario Draghi, presidente del Consiglio dei Ministri: "Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, esprime soddisfazione per la scarcerazione di Patrick Zaki, la cui vicenda è stata e sarà seguita con la massima attenzione da parte del Governo italiano". 

"Bologna, in ogni caso, aspetta Patrick a braccia aperte" - il sindaco Matteo Lepore

"La notizia della imminente scarcerazione di Patrick Zaki è una bella notizia che ci dà una speranza concreta, dopo tantissimi mesi con il fiato sospeso. La felicità in questo momento è comprensibile, ma dobbiamo allo stesso tempo continuare ad essere prudenti, perché è stato un periodo lungo questo, di attesa, e non dobbiamo vanificare gli sforzi - ha scritto in una nota il sindaco di Bologna, Matteo Lepore - Da quello che sappiamo, perché non abbiamo molte informazioni, la scarcerazione non significa dire liberazione, il processo è ancora in corso, quindi bisogna attendere, capire come si evolverà questa fase. Nelle prossime ore speriamo di avere informazioni più dettagliate. Bologna, in ogni caso, aspetta Patrick a braccia aperte". 

"L'Università di Bologna ha lottato fin dal primo giorno, fin da quel lontano 7 febbraio 2020, perché i diritti di Patrick Zaki fossero rispettati e per ribadire il nostro sostegno ai diritti fondamentali della persona, alla libertà di parola e di insegnamento, e il valore ineguagliabile del pensiero critico" - il rettore Unibo Giovanni Molari

"Dopo 22 lunghissimi mesi di prigionia, il nostro studente Patrick Zaki potrà finalmente uscire dal carcere: è un primo segnale positivo in questa vicenda che si protrae da troppo tempo - ha scritto il rettore Unibo, Giovanni Molari - Quello di oggi è un passo avanti importante dopo quasi due anni di detenzione, soprattutto perché permetterà finalmente a Patrick di abbandonare le opprimenti condizioni di vita dettate dalla reclusione e ritrovare i suoi affetti e la sua famiglia. Sappiamo bene però che non è finita: il processo a carico di Patrick continua. E di conseguenza continuerà anche il nostro impegno e la nostra mobilitazione. L'Università di Bologna ha lottato fin dal primo giorno, fin da quel lontano 7 febbraio 2020, perché i diritti di Patrick Zaki fossero rispettati e per ribadire il nostro sostegno ai diritti fondamentali della persona, alla libertà di parola e di insegnamento, e il valore ineguagliabile del pensiero critico. Oggi siamo pieni di gioia per Patrick e per i suoi cari. Ma continueremo a lottare e a farci sentire fino a quando non potremo accogliere nuovamente Patrick a Bologna. Fino a quando la sua grande comunità, quella dell'Alma Mater, non potrà nuovamente riabbracciarlo". 

"Speranza che questo sia il preludio per un esito positivo dell'udienza del prossimo 1.febbraio e per poterlo riabbracciare nella nostra Bologna" - la senatrice M5S Michela Montevecchi 

"La notizia della scarcerazione mi ha riempito di emozione, mi è salito il cuore in gola. Tuttavia non posso non essere preoccupata dalla sua non assoluzione, che lascia Patrick in un limbo. In ogni caso è ancora presto per fare previsioni, ma nel frattempo auguriamo a Patrick un buon rientro a casa tra i suoi affetti, nella speranza che questo sia il preludio per un esito positivo dell'udienza del prossimo 1.febbraio e per poterlo riabbracciare nella nostra Bologna". Così la senatrice bolognese Michela Montevecchi, capogruppo M5s in Commissione straordinaria Diritti Umani, nell'apprendere la notizia della scarcerazione di Patrick Zaki.

"Patrick Zaki dovrebbe essere scarcerato "stasera o nei prossimi giorni". A spiegarlo è Rita Monticelli, coordinatrice del master Gemma dell'Alma Mater di Bologna, corso universitario a cui è iscritto lo studente egiziano in carcere a Il Cairo da 22 mesi e per il quale oggi è stata deciso dal Tribunale il ritorno in libertà, pur rimanendo imputato. La sua professoressa, dunque, parla di "grande commozione, gioia per la sua vita e gratitudine per tutte le persone che sostengono Patrick. E non ci fermeremo finché non sarà assolto", assicura Monticelli. "Bologna, la tua città, ti aspetta con il fiato sospeso", aggiunge la vicesindaco Emily Clancy. Che spiega: "L'udienza di Patrick Zaki di oggi è durata appena quattro minuti. Dopo 22 mesi di detenzione Patrick 'non è stato assolto', ma dovrebbe essere rilasciato dal carcere tra stasera e domani mattina, in attesa di apparire davanti alla corte di nuovo l'1 febbraio".

"Lo aspettiamo a Bologna e non smetteremo di portare avanti la nostra battaglia per la libertà di opinione e per la difesa dei diritti umani" - l'ex sindaco Virgimio Merola

"A caldo, accolgo con una grande gioia la notizia che il nostro Patrick potrà tornare ad abbracciare la sua famiglia e potrà preparare fuori dal carcere la sua difesa con i suoi legali - ha scritto l'ex primo cittadino, Virginio Merola - noi lo aspettiamo a Bologna e non smetteremo di portare avanti la nostra battaglia per la libertà di opinione e per la difesa dei diritti umani".

“La prossima udienza è stata fissata il primo febbraio. Porteremo avanti la battaglia fino a quando sarà pronunciata la sua definitiva assoluzione” - il consigliere PD Antonio Mumolo

"Ieri sera, in un’iniziativa ai Giardini Margherita in supporto di Zaki, abbiamo condiviso la speranza di vedere oggi Patrick libero. Il sogno si è realizzato. Oggi Patrick Zaki potrà abbracciare la sua famiglia e, simbolicamente, tutte e tutti coloro che in questi 22 mesi si sono battuti per lui. È un giorno di felicità ma non ci fermiamo, perché Patrick non è stato ancora assolto dalle ingiuste e immotivate accuse a suo carico e resterà dunque sotto processo”. Così il consigliere regionale, Antonio Mumolo. “La prossima udienza – ricorda - è stata fissata il primo febbraio. Porteremo avanti la battaglia fino a quando sarà pronunciata la sua definitiva assoluzione”. 

"Un ringraziamento alla nostra diplomazia e a chi, in questi 22 mesi, ha fatto sentire la propria voce" - l'ex premier Giuseppe Conte

"E' un primo passo che ci auguriamo porti alla sua completa assoluzione. Un abbraccio ai familiari, un ringraziamento alla nostra diplomazia e a chi, in questi 22 mesi, ha fatto sentire la propria voce e il proprio sostegno per la sua liberazione", ha twittato l'ex premier Giuseppe Conte. 

"Una bella notizia la scarcerazione di Patrick Zaki. Un risultato fortemente voluto dal nostro Paese ma soprattutto un primo segnale di giustizia". Così il ministro della salute, Roberto Speranza. 

"Primo obiettivo raggiunto: Patrick Zaki non è più in carcere - ha twittato il ministro degli esteri, Luigi Di Maio -  Adesso continuiamo a lavorare silenziosamente, con costanza e impegno. Un doveroso ringraziamento al nostro corpo diplomatico".

Il Flash-mob per Patrick Zaki in Piazza Maggiore 

Il timore degli attivisti 

"Più di tutto temiamo che possano arrestarlo domani imputandogli nuovi capi d'accusa". Amr Abdelwahab è membro del movimento Patrick libero e parla con la Dire al termine dell'udienza. Abdelwahab cita il meccanismo della cosiddetta "porta girevole", una pratica denunciata da organizzazioni come Amnesty International o Human Rights Watch, con cui la magistratura egiziana incarcera una persona poche ore dopo che è sopraggiunto il rilascio, l'assoluzione o il termine dei due anni di detenzione preventiva previsti dalla legge.

Per le associazioni, queste pratiche giudiziarie sono un modo per "imbavagliare e tenere dietro le sbarre le voci critiche contro il governo". Abdelwahab fornisce altri dettagli legali del procedimento di oggi, che è terminato con il rilascio di Zaki e l'aggiornamento all'1 febbraio 2022. "Il giudice - dice - non ha comunicato una risposta in merito all'istanza degli avvocati di poter ottenere i video delle telecamere di sorveglianza dell'aeroporto del Cairo relativi al 7 febbraio 2020, giorno dell'arresto. Non è insolito che i giudici non rispondano alle istanze degli avvocati".

I legali stamani hanno chiesto l'acquisizione dei video per dimostrare che il ricercatore sarebbe stato arrestato il 7 febbraio 2020 appena sceso dal volo che dall'Italia lo riportava in Egitto, e non l'8 febbraio a Mansoura come scritto negli atti ufficiali. Dal momento che dall'atterraggio i familiari hanno perso di lui traccia, si dimostrerebbe così la tesi del sequestro di persona da parte delle autorità giudiziarie, un'altra pratica che stando ad un report di Amnesty International del 2016 sarebbe diffusa nel paese arabo. "I legali - conclude Abdelwahab - stanno cercando di capire anche se possono adire una legge che prevede alcune eccezioni al divieto di lasciare il paese, e che potrebbe permettere a Patrick di partire. Tuttavia è difficile che i giudici acconsentano a ricorrere a questa norma". Infine, resta da capire se i giudici intendono applicare il fermo notturno, che obbliga gli imputati a pernottare dalle 18 alle 6 del mattino presso la più vicina stazione di polizia.

Zaki dalla gabbia degli imputati: "Grazie Italia"

Come riferisce Today.it. l'udienza si è tenuta tiene a Mansura, la città natale di Zaki sul delta del Nilo. Dopo aver trascorso quasi tutto il periodo detentivo in custodia cautelare nella prigione di Tora al Cairo, nei giorni scorsi Zaki è stato trasferito nel carcere di Mansura. A differenza delle precedenti udienze, il trasferimento dalla prigione di Tora a quella di Mansura è avvenuto due giorni prima dell'udienza, mentre in precedenza Zaki era stato trasferito soltanto poche ore prima.

Due i diplomatici italiani presenti nell'ala nuova del vecchio Palazzo di Giustizia di Mansura per monitorare l’udienza. Con loro sono entrati anche diplomatici di Usa, Spagna e Canada che partecipano al monitoraggio su richiesta dell'Ambasciata d'Italia, un avvocato della Delegazione dell'Unione Europea e un legale di fiducia della rappresentanza diplomatica italiana al Cairo.

Poco prima dell’udienza, uno dei diplomatici italiani ha avuto modo di parlare brevemente con Zaki, per rappresentargli la vicinanza delle istituzioni italiane. Il giovane, dalla gabbia degli imputati, ha ringraziato per quello che l'Italia e l'Ambasciata stanno facendo per lui. 

Unibo ricorda così il suo studente | VIDEO

Presidi a sostegno di Zaki in tutta Italia

Alla vigilia del processo odierno gli amici e sostenitori di Zaki hanno voluto far sentire la loro voce scendendo in diverse piazze italiane  e invocandone la libertà per lo studente. Anche Bologna ha ovviamente risposto all'appello, con un presidio ai Giardini Margherita. Nell'occasione è intervenuto anche un amico di Patrick che ha raccontato l'angoscia dello studente per la cui salute si nutrono forti preoccupazioni.

Liberazione Patrick Zaki, ragazzi si incatenanto davanti al rettorato

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