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Cronaca

Un algoritmo che scrive le leggi: progetto di ricerca per 2,4 milioni a prof Unibo

Finanziamento assegnato dallo European Research Council per sostenere la ricerca scientifica più innovativa: il progetto HyperModeLex

Una intelligenza artificiale che scriva le leggi per conto dell'uomo, una volta fornite le direttrici della politica che si intende perseguire. Ci sta lavorando un gruppo di lavoro in Unibo, che ha ricevuto dall'European Research Council - Erc un mega assegno di ricerca da 2,4 milioni di euro.

Il progetto si chiama HyperModeLex, e a capo della missione di ricerca c'è la professoressa al dipartimento di Scienze Giuridiche Monica Palmirani. Il progetto è pensato per produrre un nuovo quadro giuridico-teorico in grado di tener conto della trasformazione digitale sin dalla nascita delle leggi e promuovere anche in questo settore i benefici dell'intelligenza artificiale e dell'analisi dei dati.

Il tutto preservando i principi della teoria del diritto e i valori democratici, nel rispetto di questioni etiche come la legittimità, la normatività, l'interpretazione, la flessibilità, la trasparenza e l'autonomia sia del legislatore sia dei cittadini, assicurano i ricercatori.

"Negli ultimi trent'anni, la comunità accademica di Intelligenza Artificiale e Diritto ha sviluppato risultati significativi, ma spesso frammentati e non pienamente integrati dalla teoria del diritto, dalla filosofia del diritto e dai fondamenti del diritto costituzionale digitale", spiega Palmirani, Principal Investigator del progetto.

"Abbiamo paura della IA in parlamento?"

"HyperModeLex intende affrontare questi problemi con un approccio interdisciplinare, offrendo risposte a una serie di quesiti centrali: qual è l'essenza della legge nell'era digitale, come insegnare alle macchine l'interpretazione e la flessibilità, come difendere i principi democratici di legittimità del processo legislativo quando le macchine sono coinvolte nella creazione del diritto, come salvare il ruolo autopoietico del linguaggio giuridico nella generazione del diritto, come mantenere l'autonomia del legislatore e del cittadino utilizzando strumenti di intelligenza artificiale", sono le sfide tracciate da Palmirani.

Per ottenere queste risposte, il progetto definirà innanzitutto i prerequisiti necessari per le tecnologie emergenti che dovranno operare a supporto dell'iter legislativo, pensando anche al tema dell'interpretazione delle leggi e delle norme. Le ipotesi che nasceranno saranno poi testate con una serie di esperimenti tecnologici attraverso un approccio chiamato "Hybrid AI" e utilizzando teorie di linguistica computazionale.

Infine, l'attività di ricerca si concentrerà sull'idea di intelligenza artificiale centrata sull'individuo, pensando a come l'interazione uomo-macchina possa favorire l'esplicabilità e la trasparenza delle norme. Dunque, potremo non essere spaventati dall'ingresso dell'intelligenza artificiale nelle aule del Parlamento "se avremo un solido quadro giuridico teorico che consenta di usare al meglio le tecniche più avanzate per guidare l'evoluzione della legislazione digitale in un quadro 'umanamente sostenibile' e non a 'intelligenza zero'", assicura la ricercatrice

Il progetto HyperModeLex permetterà di plasmare un nuovo concetto di 'Smart Legal Order', fornendo alle istituzioni e alla società una legittima fonte di diritto computabile e comprensibile alle intelligenze artificiali, per una regolamentazione più efficace ed efficiente, e offrendo al tempo stesso al mercato LegalTech un quadro sicuro per la produzione di strumenti legali", conclude. Il progetto sarà sviluppato nel Dipartimento di Scienze Giuridiche in stretta collaborazione con Alma Human-Centered Artificial Intelligence per creare le necessarie sinergie interdisciplinari in tema di 'AI' e data science. 

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