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Cronaca Zona Universitaria / Via Zamboni

Unibo, 50 dipendenti No Green Pass chiedono i danni

Sono tutti appartenenti al gruppo 'Lavoro e Studio Diritti di Tutti'

I dipendenti dell'Alma Mater di Bologna non si arrendono. E presentano il conto all'Ateneo, con una richiesta di risarcimento danni per violazione della privacy dopo la diffida presentata nell'ottobre scorso. Sono circa 50 i lavoratori, tutti appartenenti al gruppo 'Lavoro e Studio Diritti di Tutti', formato da oltre 150 persone, che ritengono di aver subito "illegittimi comportamenti e trattamenti a loro imposti da dirigenti e delegati dell'Ateneo".

Seguiti dall'avvocato Angela Kuntner, i dipendenti no green pass parlano anche di "abusi dei poteri di controllo e verifica, tra le quali la mancanza di invio di una circolare informativa unitaria a tutti i dipendenti".

Contestano anche la "discrezionalità lasciata ai dirigenti delle singole strutture sulle modalità e orari dei controlli", oltre alla "frequente mancanza di incarico formale e accettazione per iscritto della delega ad effettuare i controlli dei dipendenti scelti per tale compito". Criticato anche "l'utilizzo per i controlli di agenti di una cooperativa esterna e studenti '150 ore'", così come "l'assenza di adeguata formazione impartita agli incaricati ai controlli sulle modalità di trattamento di dati sensibili sanitari, come invece richiesto dalla normativa europea e italiana in tema di privacy".

Durante i controlli, tra l'altro, "i dipendenti che risultavano con problematiche o esito negativo vedevano segnate le proprie generalità e nome o venivano respinti pubblicamente senza alcun rispetto per la privacy- denuncia ancora il gruppo- mentre negli uffici venivano adottati trattamenti differenti e discriminatori tra i dipendenti vaccinati e non". Nonostante tutto, affermano i no green pass, "si sono verificati diversi focolai Covid nelle strutture dell'Ateneo, che hanno riguardato soprattutto i dipendenti vaccinati".

Oltre alla violazione della privacy, la richiesta di risarcimento presentata dai dipendenti no green pass dell'Alma Mater riguarda anche "la grave violazione delle norme sulla sicurezza sul posto di lavoro" da parte dell'Ateneo. Con il controllo del green pass, sostiene infatti il gruppo, "e il conseguente rischioso abbassamento delle misure necessarie a prevenire efficacemente la diffusione del virus, il Rettore ha gravemente trascurato la sicurezza dei propri dipendenti, trattando con negligenza il rischio di infezione. E di questo viene chiamato a rispondere".

La richiesta danni è dunque "un atto dovuto e una prima azione, anche per sostenere i colleghi privi del green pass sospesi senza stipendio, alcuni già da settembre 2021. Colleghi che svolgevano attività importanti, spesso difficilmente sostituibili per la loro esperienza e professionalità, tanto che persino durante l'ultimo Senato accademico dell'Ateneo si sono dovuti ammettere il verificarsi di disservizi e difficoltà a seguito della loro sospensione". Quegli stessi lavoratori, "poiché gli uffici dell'Ateneo non hanno recepito e attuato con effetto immediato il decreto del 24 marzo 2022, non comunicando quindi la possibilità di rientro in tempo utile, sono stati costretti dall'Ateneo a rinunciare a due giorni di ferie o di straordinario in quanto risultavano assenti ingiustificati". (Dire)

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