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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Piazza Maggiore

Prima unione civile a Palazzo D'Accursio: Anna ed Eleonora coronano il loro sogno

Oggi la cerimonia alla presenza del sindaco, in Sala Ross. Lo Giudice: "Tappa importante nella storia di Bologna e della sua comunità lgbt"

Anna ed Eleonora oggi hanno coronato il loro sogno d'amore. Si sono dette "sì" davanti agli affetti più cari e alla presenza del sindaco di Bologna Virginio Merola, che ha celebrato la prima unione civile all'ombra delle Due Torri (GUARDA IL VIDEO). Il rito si è svolto nella sala rossa di Palazzo D'Accursio, dove da sempre si tengono i matrimoni civili.

"Sono molto contento per questa città e per questo paese – ha detto il sindaco – ci tenevo molto a celebrare la prima unione civile di Bologna e ringrazio gli uffici comunali che hanno permesso di procedere a pochi giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge”.

L'unione civile è una cerimonia molto semplice. Dopo aver chiesto alle (o ai) due componenti della coppia se si vogliono unire civilmente, l'ufficiale di stato civile - che in questo caso è stato il Sindaco – legge i commi della legge 76/2016 (la legge Cirinnà) relativi ai diritti e ai doveri delle coppie dello stesso sesso.

Gioiscono Anna ed Eleonoa, i loro congiunti, ma non solo. Questa unione segna una "tappa importante nella storia di Bologna e della sua comunità lgbt". Come scrive soddisfatto il senatore del Partito Democratico Sergio Lo Giudice, ricordando che "era il gennaio 1992 quando Bologna balzò agli onori delle cronache nazionali per le 'case popolari ai gay'. Più precisamente, per avere deciso di consentire ai conviventi more uxorio da due anni, anche dello stesso sesso, di concorrere per l'assegnazione degli alloggi pubblici. il sindaco Renzo Imbeni e l'assessore alla casa Claudio Sassi finirono sulla graticola rischiando anche di finire all'inferno ('Vorrà dire che Dio sarà più generoso in maledizioni' fu il benevolo commento del cardinal Silvio Oddi)."

Da allora il rapporto fra la comunità LGBT bolognese e la città "si animava di una nuova centralità" - aggiunge il senatore, ricordando anche che nel 1999 il sindaco di Bologna Walter Vitali, a seguito di un dibattito acceso che aveva coinvolto la città, le associazioni gay, lesbiche e trans e il Consiglio comunale, dove sedeva la battagliera Marcella Di Folco, firmò la disposizione che istituiva l''Attestato di costituzione di famiglia affettiva'. "Una novità assoluta, una sorta di Registro delle unioni civili 2.0 -  aggiunge Lo Giudice - che legava la registrazione delle convivenze di fatto al fondamento giuridico della legge anagrafica, rendendo così più solido quello che fino ad allora era stato solo un atto puramente simbolico voluto da tanti Comuni".
Il tema del riconoscimento della vita familiare delle persone LGBT ha animato in tante altre occasioni, "oggi quella lunga, bella e difficile storia per l'affermazione civile di un pezzo di società arriva ad un suo primo importante compimento", chiosa il dem.
 

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