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Cronaca Zona Universitaria / Via Zamboni

Via Zamboni nel caos: ancora picchetti dei lavoratori Unibo, lezioni ed esami bloccati

Continua la protesta di lavoratori Coopservice e collettivi studenteschi contro lo 'sfruttamento dei dipendenti' impiegati in appalto all'Università. Impedito l'accesso alle Facoltà e alle aule studio

Sono proseguiti anche nella mattinata odierna i 'picchetti' in via Zamboni dei lavoratori di Coopservice impiegati in appalto all'Università, che denunciano 'stipendi da sfruttamento, guadagniamo 400 euro al mese, non ce la facciamo più (VIDEO SFOGO).

Dopo i "blocchi" di ieri e le incursioni in rettorato dei giorni scorsi, stamattina via Zamboni è tornata nel caos. Diversi gli edifici Unibo accerchiati dai manifestanti (facoltà e sale studio), con la solidarietà dei collettivi studenteschi. Continuano ad essere chiusi il 34 ed il 36, mentre gli edifici al 25, al 32 e al 38 sono presidiati dalla folla dei rimostranti che impediscono l'ingresso. In alcuni casi i docenti hanno dovuto fare l'appello per gli esami fuori dalle Facoltà, in modo da ottenere il lascia passare almeno per chi deve oggi disputare l'esame. In altre circostanze, pare che qualche lezione o esame si sia svolto addirittura al bar.

I manifestanti continuano a reclamare una presa di posizione da parte del rettore Ivano Dionigi, che ieri aveva imposto 'condizioni per incontrare i manifestanti', bocciate, e quindi il tutto si era concluso con un confronto mancato. Sul campo, invece, stamattina è sceso il prorettore Roberto Nicoletti, che ha spiegato di essere arrivato sul posto dopo aver ricevuto le lamentele di un gruppo di studenti che non era riuscito ad entrare in Facoltà. "Gli studenti devono poter entrare nelle facoltà", ha detto il protettore puntualizzando: "Il sacrosanto diritto allo sciopero e non far entrare gli studenti sono due cose diverse".

Blocco all'Università: collettivi e lavoratori contro accordo Coop

Intanto lavoratori e studenti Unibo continuano a puntare il dito contro "le condizioni schiavistiche che vengono vissute all'interno di questi posti di lavoro. Contratti di appalto che portano i lavoratori ad essere pagati addirittura a livelli di 3-4 euro l'ora, salari inaccettabili a fronte dell'orario di lavoro effettivamente compiuto". Secondo i manifestanti il rettore Dionigi "è ovviamente complice di queste politiche di sfruttamento, potendo intervenire nei bandi di appalto e invece trincerandosi dietro le solite scatole cinesi che rimpallano le responsabilità tra sindacati e cooperative".
La lotta "contro la precarietà e lo sfruttamento" non pare in procinto di esaurirsi, promettono i manifestanti: 'Continueremo fino a che risposte non ne avremo'.

Lavoratori, studenti e precari hanno deciso infine, dopo una breve conferenza stampa al Rettorato, di chiamare lo stato di agitazione permanente fino a quando la situazione "non sarà sanata. Da domani - fanno sapere - blocchi a singhiozzo si alterneranno ad una continua opera di comunicazione sulla vicenda che avrà un nuovo importante momento pubblico nell'assemblea di giovedì 3 aprile alle ore 18,30 in via Zamboni 36". Da parte dei manifestanti è infine stata espressa la volontà di "garantire i servizi essenziali rendendo comunque possibile lo svolgimento di appelli d'esame" nonostante i "blocchi".

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