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Cronaca

Vittime della Uno Bianca: ricordo del Cev. Sfogo del Procuratore Giovannini

Militari, istituzioni, cittadini e parenti hanno ricordato le vittime della banda. Una staffetta da Castel Maggiore e "Piantiamolamemoria", una pianta per ogni innocente ucciso. Sfogo a sorpresa del procuratore Giovannini: "Non mi sono accontentato di facili verità"

Nel Giardino Vittime della Uno Bianca, Viale Lenin, come ogni 13 ottobre autorità, parenti e cittadini hanno ricordato gli eccidi della Banda che ha insanguinato il nostro territorio dal 1987 al 1994 facendo 24 morti e 102 feriti. All’arrivo della Staffetta, partita da Castel Maggiore, dove sono stati uccisi due carabinieri, il giornalista Claudio Santini ha aperto gli interventi ricordando il Cev, sempre presente alla commemorazione.

Commemorazione Vittime della Uno Bianca

Rosanna Zecchi, presidente dell’Associazione delle Vittime e moglie di Primo Zecchi, ucciso il 6 ottobre del ’90 mentre annotava la targa dell’auto degli assassini, ha ricordato l’importanza della verità processuale: “Mi piacerebbe che questo giardino si chiamasse degli Innocenti”, e tuonato contro Roberto Savi e un libro che lo descrive come solo e “con gli stessi vestiti di quando è stato arrestato. Non vogliamo la vendetta per la vendetta, ma loro sono i colpevoli e noi le vittime innocenti”.

Intervento a sorpresa di Valter Giovannini, il magistrato che condusse l’indagine e fece arrestare i responsabili: “Un’indagine che ha forse scritto la storia giudiziaria di questo paese”. E poi lo sfogo del procuratore aggiunto che, rivolgendosi ai parenti delle vittime, cita un noto giornalista e volto televisivo: “Uno di quelli che formano l’opinione pubblica… Ha usato espressioni forti che mi hanno messo in difficoltà nei vostri confronti. Il mio nome non è mai stato fatto, ma se a Bologna ha pulsato il cuore delle indagini, ero colui che quel cuore faceva pulsare... E’ stata svolta al meglio e non sarò mai abbastanza riconoscente a quei sei uomini delle forze dell’ordine che hanno fatto sì che io raccogliessi quelle prove che era possibile raccogliere in quel momento”. Parla di 12 pagine, riferendosi alla prefazione al libro “L'Italia della Uno Bianca” di Giovanni Spinosa, scritta da Marco Travaglio:Non mi sono accontentato di facili verità...Continuerò a guardarvi direttamente negli occhi con onestà e con l'affetto di sempre” conclude Giovannini.

Il Comune di Bologna è stato rappresentato dalla vicesindaco Silvia Giannini che ha ribadito l’importanza della memoria a rivendicazione della democrazia e della libertà. Sono seguiti gli interventi dell’assessore provinciale Marco Pondrelli sulla “reazione di Bologna al male” e di Donatella Bortolazzi, assessore regionale, sulla “parte deviata dello stato, responsabile di quei delitti”.

Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, anche Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione Vittime di Ustica, il questore Vincenzo Stingone e il Sen. Walter Vitali, ex sindaco di Bologna.

Al termine degli interventi, Rosanna Zecchi e un’alunna delle scuole Serpieri hanno apposto su ogni giovane acero il nome di una vittima, per il progetto “Piantiamolamemoria”, in collaborazione con Avola e Legacoop, e le scuole. Nel rispetto della natura e dell’adattabilità delle piante, altri alberi o siepi sono stati posti presso il monumento di Trebbo di Reno, al Pilastro, nel giardino Primo Zecchi, nell'aiuola di via Bayron–Gorki e a Zola Predosa, nel giardino di via Tasso.

LA BANDA DELLA UNO BIANCA. Una banda di criminali sanguinari che dal 1987 al 1994 uccisero 24 persone e ne ferirono 102 sul territorio dell’Emilia-Romagna, ma anche a Pesaro. Sei i componenti del commando, di cui tre fratelli: Roberto e Alberto Savi, poliziotti, Fabio Savi, poliziotto mancato, Pietro Gugliotta, Marino Occhipinti e Luca Vallicelli, poliziotti anch’essi. Il nome deriva dall’auto che utilizzavano per compiere delitti e rapine.
 

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