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Dpcm e stretta anti-covid, Usb: "La nostra è una piazza diversa"|VIDEO

Anche il sindacato di base USB in Piazza per contestare, non tanto le regole imposte dal Dcpm, quanto per mettere l'accento sulla condizione che vivono soprattutto gli strati popolari della popolazione

Con lo slogan "Se ci chiudi, tu ci paghi", anche il sindacato di base USB in Piazza per contestare, non tanto le regole imposte dal Dcpm, quanto, per mettere l'accento sulla condizione che da nord a sud del paese vivono soprattutto gli strati popolari: lavoratori, dipendenti e precari, utilizzatori dei trasporti e scuola. 

"La nostra è una piazza diversa, a Bologna hanno manifestato categorie che chiedevano lo sblocco degli sfratti, la libertà di rimanere aperti con una pandemia in corso - ha detto a Bologna Today Fabio Perretta di USB Bologna - noi crediamo invece di rappresentare anche le esigenze di dipendenti, precari, lavoratori in nero, studenti, quindi lockdown sì, ma con azioni mirate che devono liberarci dal ricatto della rendita e del salario. Chiediamo che sia bandita Confindustria dalle opinioni e dalle valutazioni sul da farsi, sanità pubblica e trasporti e reddito universale per tutti e per tutte". 

"I respiratori che si usano nelle terapia intensive non sono aspirapolvere, ci vuole personale formato e quindi lavoro stabile - ha detto un operatori sanitario -  andiamo a vedere questa sera quanti sono i nostri pronti soccorso che si sono adeguati - poi attacca il presidente della Regione - avete fatto della gran propaganda, siamo in ritardo, una delle sanità migliori d'Italia è solo nella testa di Bonaccini". 

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Giornate di mobilitazioni a Bologna

Così all'ombra delle Due Torri si registra l'ennesima mobilitazione sulla scia dell'inasprimento delle misure anticovid. 

E' di ieri la protesta andata in scena in Piazza Maggiore, una mobilitazione pacifica, condivisa da associazioni categoria, gruppi e singoli lavoratori, dai tassisti agli operatori della cultura, dello sport, del turismo. Altro giorno,stesso slogan, anche ieri i manifestanti urlavano: "Tu chiudi e tu ci paghi. Se il governo ci chiude il governo ci paga. Non siamo criminali, ma lavoratori". 

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Risale invece al giorno prima il flash mob voluto da Cna , sempre in attacco all'ultimo Dcpm: gestori di palestre, tassisti, allestitori di fiere ed eventi e ristoratori si sono riuniti, davanti ai palazzi della regione, sotto lo slogan "Non spegnete le imprese". Lamentando - tra le altre cose - di aver sostenuto forti investimenti nei mesi scorsi per adeguarsi alle nuove norme anticovid e poi di vedersi invece costretti a serrate, totali o anticipate. 

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