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Cronaca

Usura, tra minacce e omertà: al palo banda di strozzini, il 'boss' una donna

In manette gli organizzatori di una rete di usurai attiva all'interno della comunità singalese a Vicenza, con ramificazioni anche a Bologna e Napoli

Al palo organizzazione criminale dedita all'usura, capitanata da una donna, che si faceva chiamare "Nila". La banda era attiva all'interno della comunità singalese della provincia di Vicenza, mobilitava un giro d'affari di migliaia di euro e aveva ramificazioni anche nelle province di Napoli e Bologna, come riferisce VicenzaToday.
I carabinieri, hanno arrestato Nila mercoledì mattina assieme al marito e ad un terzo complice, ma gli indagati dell'indagine "Rupee" sono molti di più. Nella casa della coppia, che vive a Vicenza, è stata ritrovato il libro nero in cui la donna segnava prestiti, pagamenti e numeri di telefono delle sue vittime. I soldi passavano di mano in mano a tassi d'usura che talvolta superavano il 60%.  

OMERTA'. Tutto è iniziato con la denuncia di una vittima, l'unica fino ad ora ad aver trovato il coraggio di rivolgersi ai militari. Lo scorso marzo. La vittima, dopo aver ricevuto un prestito di 3000 euro in contanti, era stato picchiato e minacciato dai complici di Nila. Esasperato, ha deciso di rompere il silenzio che avvolge le attività della banda. Nella sua stessa situazione ci sarebbero decine e decine di migranti, tutti schiavi degli usurai. All'interno della comunità, infatti, nessuno parla, anche sei i carabinieri hanno trovato le prove di ingenti passaggi di denaro, transitati su conti postali, e finti nelle tasche della coppia di singalesi, che ufficialmente possiede un impresa di pulizie. Una attività giudicata di facciata, visto il tenore i vita dei due, che in Italia hanno anche dei figli. 
Gli investigatori sperano che con la carcerazione dei tre, anche altri debitori possano farsi avanti, ma la comunità al momento resta in silenzio.

MODUS OPERANDI. Secondo quanto ricostruito dagli uomini dell'arma, il meccanismo era semplice: i membri della comunità singalese, si rivolgevano alla donna, temuta e rispettata, per piccoli prestiti. Lei assieme al marito, nickname "Giamine",singalese del '73, e a "Janoke" cittadino dello Sri Lanka, classe 1983, residente a Schio, procurava il denaro, poi pretendeva la restituzione delle cifre maggiorata dai tassi d'interesse. Le vittime, però, non riuscivano mai a estinguere il debito e quando si trovavano in ritardo con i pagamenti venivano prima minacciati e poi picchiati. In alcuni casi, "gli strozzini" al servizio della banda, sono 6 gli uomini al momento indagati, avrebbero anche rapinato le vittime, strappando loro di dosso monili e gioielli.

 

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