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Gianluca Notari

Collaboratore Cronaca

Covid. Ma quindi, questi vaccini hanno funzionato o no?

Reazioni avverse, efficacia o meno dei sieri. Se n'è parlato tanto, da più angolazioni. Ecco cosa ci raccontano i dati

Dopo la terribile ondata di maltempo che ha colpito Bologna e più in generale l’Emilia-Romagna, il sole è tornato a splendere sui tetti rossi del centro storico e sui prati verdi dei colli che abbracciano la città. Ricordo i primi caldi della primavera del 2020, quando il poco sole che entrava dalla finestra della casa di via Murri in cui abitavo riusciva a malapena ad illuminare la stanza con efficacia. Nella primavera del 2020 il sole lo abbiamo visto passare più e più volte dalle finestre delle nostre case, i più fortunati ne hanno goduto dai terrazzi o dai giardini di casa propria. Ma non più in là. La discriminante era il lockdown: tutti chiusi in casa per evitare il proliferare di un virus potenzialmente mortale. 

Alla primavera del 2023 il ricordo di quei giorni sembra sbiadito, confuso, fuori dal tempo. Così come il Covid-19 stesso che, secondo l’OMS, da venerdì 5 maggio 2023 non rappresenta più una emergenza di carattere pandemico.

I vaccini

Una pandemia che, sempre secondo l’OMS, ha causato 20 milioni di morti. Un’infinità. E chissà cosa sarebbe successo senza l’arrivo dei vaccini. I tanto discussi vaccini. Nel 14° rapporto dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), i dati aggiornati al 26 dicembre 2022 dicono che le dosi erogate in totale sono state 144.354.770: il 35% come prima dose, il 34% come seconda dose, il 27% come terza dose e il 4% come quarta dose.

Per la velocità con cui sono arrivati nella disponibilità dei sistemi sanitari e sulla loro gestione più ampia, i vaccini sono stati oggetto di numerose critiche. Così come lo sono stati l’obbligo di utilizzo delle mascherine e la certificazione del Green Pass. Manifestazioni No Vax, No Mask e No Green Pass hanno affollato le piazze di grandi e piccole città italiane. Movimenti cavalcati dalla politica, specie nelle frange più radicali, con episodi di aggressioni a giornalisti e di minacce al personale medico. Il caos di questi ultimi due anni ora sembra essersi sgonfiato. Tracciarne un bilancio completo sarebbe difficile, ma fortunatamente i dati possono fornire qualche spunto.

Le conseguenze dei vaccini

Se sui benefici dell’utilizzo delle mascherine o dell’adozione del Green Pass è difficile fornire un resoconto esaustivo, sulle conseguenze dei vaccini anti-Covid si può dire che i numeri ne confortano la validità. Su oltre 144 milioni di dosi somministrate, solamente lo 0,1% ha portato a sospette reazioni avverse. Sospette, non certe. Di queste, solamente il 18,7% ha carattere di gravità, dove con gravità si intendono anche sintomi tipici dell’influenza. Le morti correlabili alla vaccinazione anti-Covid in tutta Italia, secondo il rapporto dell’AIFA, sono state 29: quattordici sono stati i casi di fallimento vaccinale, ovvero pazienti che si sono ammalati di Covid-19 in un tempo massimo di circa duecento giorni dopo aver completato il ciclo vaccinale; tre erano anziani affetti da pluripatologie; dodici sono i decessi in cui si è riscontrato un evento trombotico.

Gli effetti dei vaccini a Bologna

Uno degli slogan più utilizzati dei sostenitori anti-vaccino era la presunta l’inefficacia dei sieri. I dati appena elencati dimostrano il contrario. Ma c’è di più: teorie spesso prive di fondamento indicavano la possibilità che i vaccini potessero causare malattie e disagi psicofisici di ogni tipo. Ebbene, i casi studiati fino ad ora a Bologna ci dicono che le conseguenze gravi correlabili al vaccino anti-Covid sono state, finora, nulle. 

L’Ausl di Bologna fa sapere come tra il 2020 e il 2023 le richieste di indennizzo per danni permanenti a seguito di vaccinazione sono state 27: 26 a seguito di vaccino anti-Covid e una per altro tipo di vaccinazione. La normativa, come precisa l’Ausl, prevede che sia compito dell’azienda quello di prendere in carico la domanda e raccogliere la documentazione necessaria all’istruttoria. Il giudizio su ogni caso, però, spetta alla Commissione Medica Ospedaliera di competenza, che in questo caso è quella di Padova. La CMO è composta da medici dell’Esercito Italiano, a cui la pratica viene trasmessa. LA CMO ha il compito di esprimere un giudizio medico legale in merito “al nesso di causalità tra vaccinazione e menomazione psico-fisica permanente” e “solo successivamente alla ricezione da parte dell’Azienda USL del verbale medico legale inviato dalla CMO di Padova, l’Azienda provvede al seguito di competenza, in particolare per l’erogazione degli eventuali benefici economici che siano stati riconosciuti”. I tempi per l’intero procedimento sono in media piuttosto lunghi, anche più di un anno dal momento in cui la pratica viene inviata alla CMO.

Finora, in relazione alle domande presentate, da parte della CMO di Padova sono giunti cinque verbali medico legali. Di questi, nessuno ha riconosciuto il nesso di causalità tra vaccinazione e menomazione permanente.

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