Finti vaccini per il green pass, arrestato medico. L'ira di Donini: “Spregio per lutti e sacrifici degli ultimi 2 anni"
La netta condanna della Regione. Chiesta la revoca della convenzione
Scossone nella sanità dell'Emilia Romagna dopo le accuse a un medico di medicina generale che avrebbe vaccinato per finta alcuni pazienti per fargli ottenere il green pass a cui non avrebbero avuto diritto. Netta condanna dalla Regione. L'assessore alla sanità della Regione, Raffaele Donini , che senza mezzi termini ha condannato l'episodio: “Se le accuse fossero confermate, saremmo di fronte a una vicenda gravissima, che offende l’intera comunità dell’Emilia-Romagna. C’è da essere sdegnati per questo comportamento irresponsabile, sprezzante nei confronti di una popolazione che da quasi due anni, tra lutti, dolori familiari, enormi sacrifici economici sta faticosamente risalendo la china per ritrovare la normalità”.
Chiesto ritiro convenzione
“Questi comportamenti, se confermati, sono totalmente incompatibili con la nostra sanità, quella che ogni giorno, con dedizione e professionalità, assicura a tutti i cittadini il loro diritto alla salute. Auspico- aggiunge l'assessore- che la giustizia faccia rapidamente il suo corso e, se l’impianto accusatorio sarà confermato, che ci sia una condanna esemplare per un’azione che non ammette alcuna giustificazione”.
“Intanto ho chiesto che venga immediatamente ritirata la convenzione- conclude Donini- e che si valuti, da parte dell’Asl Romagna, ogni azione legale sul piano penale e civile a supporto del lavoro dell’Autorità giudiziaria”.
Finti vaccini, arrestato medico in Emilia Romagna: la ricostruzione
L'uomo in arresto, un 64enne di Ravenna convenzionato con l'Asl Romagna, è stato arrestato con le accuse di peculato, falso ideologico e corruzione: sono 79 le certificazioni verdi da lui rilasciate che l'autorità giudiziaria ha messo sotto sequestro preventivo.
In molti casi, secondo l’accusa il green pass sarebbe stato rilasciato a persone che non solo non erano assistiti del medico, ma addirittura non risiedevano a Ravenna e nemmeno in Emilia-Romagna. I controlli fino ad ora effettuati non avrebbero rilevato alcuna risposta anticorpale nei soggetti che il dottore avavrebbe inveceva dichiarato di aver sottoposto a profilassi. Inoltre, il medico avrebbe compromesso un’ottantina di dosi di vaccino per averle conservate a temperatura ambiente.