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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Via Aldo Moro

Morbillo, Emilia-Romagna terza in Italia: la Regione non arretra sui vaccini obbligatori

Nessun dietro-front sui vaccini obbligatori per l'iscrizione al nido, a maggior ragione, dopo la pubblicazione dei dati sul morbillo, che vedono l'Emilia-Romagna al 3° posto per numero di casi

Nessun dietro-front sui vaccini obbligatori per l'iscrizione al nido: "Una scelta "che vogliamo fare per proteggere i più deboli, gli operatori e la comunità, non arretreremo di un millimetro". A dirlo è l'assessore regionale alle Politiche per la salute dell'Emilia-Romagna Sergio Venturi. 

A maggior ragione, dopo la pubblicazione da parte di "Epicentro", l'Osservatorio epidemiologico dell'Istituto superiore di sanità (Iss), dei dati sul morbillo in Italia, che vedono l'Emilia-Romagna al terzo posto quest'anno per numero di casi.

A fine dello scorso anno era stata approvata una risoluzione  dall'Assemblea Legislativa regionale con la quale si chiedeva appunto l'intervento della Regione i a fronte del calo della copertura vaccinale registrato sia in Emilia-Romagna sia a livello nazionale.  

DATI MORBILLO. Dopo Lombardia (87 casi) e Campania (72), l'Emilia-Romagna è la terza regione in Italia per numero di casi (52), davanti al Lazio (37). Insieme, queste quattro regioni italiane hanno visto l''84% dei 294 episodi di morbillo registrati dall'inizio del 2016 (65 solo in aprile). In particolare, dall'1 gennaio al 31 marzo scorso, le Ausl dell''Emilia-Romagna hanno segnalato 48 casi di morbillo, di cui 36 confermati, tre probabili e uno possibile, in pratica 0,9 casi per 100.000 abitanti.

Nei primi quattro mesi dell'anno Emilia-Romagna e Campania hanno riportato i tassi d'incidenza più elevati: 1,2 ogni 100.000 abitanti. I casi di morbillo emersi fino a marzo in regione erano relativi a pazienti non immunizzati contro questa malattia. E in 22 sono stati ricoverati, 10 con complicanze, alcune anche gravi tra cui insufficienza respiratoria, polmonite, pericardite, stomatite e diarree. In dettaglio, in tre mesi si sono contati in Emilia-Romagna sei focolai: tre a Parma, due a Bologna e uno a Piacenza. L'epidemia di Bologna è stata la più estesa e ha avuto origine in ospedale, coinvolgendo otto persone. Tra novembre 2015 e aprile 2016 è poi scoppiato un focolaio a cavallo tra Lombardia ed Emilia-Romagna, che ha visto 67 casi in totale, di cui 40 a Milano in soggetti di etnia rom-sinti e tre migranti residenti nei campi infettati. Solo uno era vaccinato.

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