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Cronaca

Vaccini scuola, i sindacati rispondono ai lavoratori: "I precari sono inclusi nelle liste"

Tante le domande sulla campagna appena partita con l'Astrazeneca agli operatori delle scuole: per fare chiarezza un incontro organizzato da CGIL e la FLC CGIL

Piano vaccinale nelle scuole, asili, enti di formazione professionale dell’Emilia-Romagna: la macchina è partita, ma sono tante le domande sulle modalità di somministrazione, le prenotazioni, il comportamento in caso di lavoratori con età superiore ai 65 anni (una circolare del Ministero della Salute ha innalzato da 55 a 65 anni l'età di chi potrà ricevere il vaccino anti-Covid di AstraZeneca), persone con fragilità, precari della scuola e persone in graduatoria. Questa campagna vaccinale, come noto, è stata affidata ai medici di medicina generale (intervista al coordinatore della commissione vaccini dell'Ordine dei Medici di Bologna Vittorio Lodi) ed è quindi una campagna "di prossimità" che vede come interlocutori proprio i medici di base. 

Monica Ottaviani segretaria CGIL e la FLC CGIL dell’Emilia Romagna spiega che "Si è pensato di organizzare un webinar incentrato nello specifico su questo argomento, di interesse e attualità, con lo scopo di veicolare una corretta informazione nell'ambito più generale di cui sindacato si occupa, ovvero quella della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro". L'appuntamento online che ha raccolto nella serata di ieri diverse voci, è servito per capire fino in fondo come si procederà e come si è già cominciato ascoltando gli interventi di Kyriakoula Petropulacos (Direttrice Generale Cura della Persona, Salute e Welfare Emilia Romagna), Stefano Versari (Direttore Generale Ufficio Scolastico Regionale), Vittorio Dalmastri (Segretario Generale FP CGIL Medici) e Monica Ottaviani (Segretaria Generale FLC CGIL Emilia Romagna). A coordinare i lavori è stata Marina Balestrieri (segreteria CGIL Emilia Romagna).

Astrazeneca: si parte con le prenotazioni per mondo scuola e disabili

Come e dove prenotarsi? Quali sono le tempistiche? Che vaccino verrà somministrato? Astrazeneca è quello giusto? Un medico può rifiutarsi di fare una somministrazione? "Tenterò di dare tutte le risposte e le informazioni delle quali dispongo perché penso che sia molto importante fare in modo che la campagna vaccinale abbia una grande adesione. Per combattere la pandemia il vaccino è il nostro strumento più efficace e questo dobbiamo averlo ben chiaro. Abbiamo già cominciato a vedere una riduzione molto significativa dell'incidenza di malattia o di infezione nell'ambito del personale sanitario e sugli ultraottantenni: un dato che ritorna anche a livello nazionale" questa la premessa della dottoressa Kyriakoula Petropulacos. 

Nessun dubbio su Astrazeneca: "Ecco perchè non è un vaccino di serie B"

"Si tratta di una vaccinazione volontaria, questo ricordiamolo sempre. Per prenotare le somministrazioni ci si rivolge direttamente al proprio medico di base e questo facilità molto le cose, anche perchè gli ambulatori sono quei luoghi e strutture che noi già conosciamo. Abbiamo previsto che siano gli assistiti a contattare i loro medici di medicina generale e in base ai contatti ricevuti essi organizzano le sedute vaccinali. Si sta arrivando agli elenchi e anche se non è un meccanismo da Formula1 (qualche nodo sta anche nelle normative legate alla Privacy), già la prossima settimana vedremo una bella accelerata. Sul vaccino Astrazeneca non abbiamo alcun dubbio, non si tratta affatto di un vaccino di serie B: è quello più maneggevole e i dati su di esso sono assolutamente consolidati con uno schema vaccinale che alla prima inoculazione raggiunge una copertura dell'infezione all'80% e per le forme gravi arriva al 100%, dunque il livello di immunizzazione è molto buono. No, un medico non può rifiutarsi di fare un vaccino". 

Over 65, come si fa? "Certamente ci sono dei lavoratori della scuola che superano la soglia dei 65 anni. In regione Emilia-Romagna sono 600. Questi 'esodati' dovrebbero aspettare la disponibilità dei vaccini Pfaizer e Moderna (dopo i fragili e i più anziani), ma nel frattempo ci auguriamo che arrivi anche quello di Johnson&Johnson. Sui precari: naturalmente sono inclusi, difficile invece agire sulle graduatorie". 

Vaccini al personale della scuola: "Tante telefonate, ma non abbiamo le dosi"

Personale scolastico che non risiede in regione: come funziona? 

Come funziona per i lavoratori della scuola che non risiedono in regione? "Il problema è forse più quello di chi lavora sul confine perchè in Emilia-Romagna gli operatori della scuola che hanno diritto al vaccino sono quelli 'assistiti' ovvero i residenti e coloro che hanno il medico di base in regione. Normalmente si fa la scelta del medico, anche per avere poi i certificati quando si sta male. Per le zone di confine spero si possa arrivare a un accordo".  E' ancora Kyriakoula Petropulacos a rispondere al quesito e a lanciare un'ultima raccomandazione: "Fate il vaccino!". Ma per chi il Covid-19 lo ha già avuto? "Devono essere trascorsi i 6 mesi mesi sia che sia stata un'infezione asintomatica che con sintomi".  

"La scuola è la più grande azienda del nostro paese. Bisogna rispondere a questo appello e vaccinarsi"

Vittorio Dalmastri, segretario generale FP CGIL Medici (e quindi medico di professione) spiega il valore della campagna di vaccinazione:  "In dicembre c'erano dei miei colleghi che pensavano ci sarebbe voluto l'esercito per vaccinare.  E invece siamo di fronte a una campagna impostata molto bene, almeno qui in Emilia-Romagna. Fondamentale la logica di prossimità e quindi la scelta di coinvolgere i medici di medicina generale. Cosa ci ha insegnato il Covid-19 dal punto di vista medico? Tantissimo. Ci ha dato fra l'altro occasione di rinfoltimento stabile nel personale pubblico con un +65% di assunzioni. E ci ha insegnato quanto sia importante la prevenzione (forse la logica della prevenzione l'avevamo un po' trascurata): stiamo comprendendo come il vaccino sia un livello più elevato della medicina e per molti è un'opportunità. Una nota sugli 'scettici': credo sia comprensibile avere dei dubbi e per questo la nostra comunità perofessionale potrebbe creare un esercito persone che abbiano in testa l'idea che il vaccino sia un'opportunità dando più informazioni possibile a chi non si sente a proprio agio e vuole sapere di più". 

Come la scuola può smettere di essere in costante emergenza?

Stefano Versari, Direttore Generale Ufficio Scolastico Regionale, si focalizza sulla scuola: "Le misure adottate a livello nazionale e quelle declinate in regione hanno una serie di note che varranno anche per il post Covid-19. Abbiamo lavorato sulle risorse, come per esempio quella del medico competente, che noi abbiamo sempre sostenuto. Se guardo le tabelle settimanali sulla scuola vedo per esempio che dal 14 settembre (giorno di apertura dell'anno scolastico) nella scuole dell'infanzia dell'Emilia-Romagna abbiamo avuto 600 bimbi contagiati, Numero assolutamente residuali che ci fanno dire che le procedure vengano seguite anche nella scuola di infanzia, dove non ci sono le mascherine. Sui ragazzi più grandi dico che è meglio che stiano a scuola controllati che in piazza senza controllo. Alle prefetture abbiamo presentato questa questione naturalmente".  

Zona "arancione scuro": didattica a distanza al 100%

La decisione di far rientrare in zona arancione scuro, da ieri e fino all'11 marzo, i 10 Comuni del Circondario imolese e altri quattro del ravennate è stata una misura complessa, calibrata sulla situazione attuale, con tutti gli interlocutori, ovvero la Regione, i sindaci dei territori coinvolti e le Ausl di Imola e della Romagna, che tiene conto del momento, caratterizzato da un picco molto forte di contagi fra i giovani, causa anche le varianti al virus". Il sindaco di Imola e presidente del Circondario imolese, Marco Panieri ha così annunciato ieri che in questi comuni "La didattica a distanza sarà al 100% dalla scuola primaria in avanti".


 

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