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Cronaca

Vanna Marchi, pena ridotta: forse libera prima dell'estate

Per il legale della 'tele-imbonitrice' la sua assistita avrebbe subito ingiustizie perché i giudici della Corte d'Appello avrebbero "commesso grossolani errori sul calcolo delle pene"

Vanna Marchi, ex 'tele-imbonitrice', verso la libertà. La sentenza della Cassazione, infatti, nei giorni scorsi le ha ridotto la condanna definitiva, portandola da 14 anni a 9 anni e 6 mesi.

La Marchi potrebbe dunque tornare libera prima dell'estate, se i giudici del tribunale di sorveglianza accoglieranno la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali che il suo legale presenterà il prossimo marzo. "Ringrazio il mio avvocato e i giudici", queste le poche parole 'concesse' dalla Marchi, dietro il bancone del bar milanese (di proprietà del genero) dove sta lavorando da qualche mese. La donna durante il giorno code del permesso di uscita dal carcere, per 'lavoro esterno', poi la sera fa ritorno in cella, dove si trova reclusa perchè condannata per aver raggirato tanti telespettatori col trucco degli amuleti contro la 'negativita''.

Il suo difensore, Liborio Cataliotti, ha organizzato ieriuna conferenza stampa a Milano per denunciare che la Marchi e sua figlia, Stefania Nobile - che potrebbe anche lei tornare libera e in tempi rapidi - "hanno subito un'ingiustizia", perché i giudici della Corte d'Appello di Milano avevano "commesso grossolani errori di diritto e di matematica sul calcolo delle loro pene". Tre giorni fa, la Suprema Corte ha portato la condanna per la Marchi da 14 anni a 9 anni e 6 mesi e quella per la figlia da 12 anni e 10 mesi a 8 otto anni e un mese. Condanne definitive ricalcolate e frutto di tre procedimenti distinti a carico della due donne: associazione per delinquere, truffa e bancarotta. L'avvocato Cataliotti ha spiegato che nel suo ricorso contro la decisione dei giudici di secondo grado, dell'aprile 2010, aveva segnalato "5 errori di calcolo, tra cui uno clamoroso: secondo la Corte d'Appello, 3 anni e mezzo più 3 anni e mezzo dava per risultato 8 anni, invece che 7". Ora, dopo 4 anni di detenzione tra carcere e domiciliari, la Marchi, finita a San Vittore per la prima volta nel gennaio del 2002, potrà usufruire di un anno di liberazione anticipata sommato a tre anni di indulto. Le resta, dunque, da scontare circa un anno e mezzo e "il prossimo 4 marzo - come ha chiarito l'avvocato - potremo chiedere per lei l'affidamento in prova ai servizi sociali, cioé la libertà con l'impegno e l'obbligo di andare a lavoro seguendo le limitazioni dei giudici della sorveglianza". In sostanza, se il Tribunale accoglierà la richiesta, "prima dell'estate sarà libera e potrà continuare a lavorare" nel bar 'Lamalmaison', a due passi dalla stazione Centrale

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