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Cronaca

Variante di Valico, perizia sui paesi franati: 'La montagna si muove perchè si è scavato troppo'

Secondo una perizia i paesi coinvolti nella costruzione della Variante di Valico si sono 'spostati' a causa degli scavi per due gallerie, pressate tra due frane. Tra Firenze e Bologna arriva il pm

Un tratto dell'autostrada del Sole tra Firenze e Bologna, sempre protagonista di ingorghi e traffico. In questa zona sono in corso i lavori per la costruzione della Variante di Valico, ampliamento dell'autostrada sull'Appennino tosco-emiliano. La Procura della Repubblica di Bologna ha aperto da poco un’inchiesta conoscitiva e sta effettuando i primi accertamenti al cantiere. La pm Rossella Poggioli ha effettuato un'ispezione in loco, accompagnata da funzionari di un'Als in provincia di Bologna.

Un'opera al centro di diverse polemiche da tempo, anche perché dopo tutti questi anni ancora sembra lontana la conclusione dei lavori. C'è infatti il pericolo che il progetto venga chiuso prima della sua inaugurazione, ma comunque è stato chiesto un aumento del finanziamento di circa mezzo miliardo di euro. Dietro alla costruzione ci sono grandi società italiane: dalla Benetton, concessionari dell'autostrada, alla Vianini di Toto e Caltagirone. Gli aumenti dei pedaggi nella tratta sarebbero riconducibili anche all'aumento dei finanziamenti per la grande opera.

In mezzo all'Appennino dovrebbero essere inaugurate due nuove gallerie: la Val di Sambro e la Sparvo, praticamente completate ma inutilizzabili. La ragione è che entrambi i tunnel scavati sono pressati tra due frane. Il primo è già stata in passato un problema per i paesi vicini, Rispoli di Sotto e Santa Maria Maddalena. Le due località, insieme alla frana e la montagna, si sono 'spostate' visto che i lavori di escavazione hanno risvegliato i movimenti franosi.

Il secondo è stato interamente scavato ma i lavori sono stati sospesi proprio per la pressione delle terre franose sulle pareti. Così i lavori di finitura mancano, visti rischi che correrebbero gli operai in cantiere. Pressati dalla frana stanno cedendo anche le infrastrutture contenitive, costruite con le migliori tecnologie in circolazione. Per i lavori è stata utilizzata la 'talpa' più grande d'Europa, mezzo meccanico dotato di apparecchiature per bloccare il cedimento della terra. La sua fama è arrivata anche agli abitanti della zona che le hanno dato un nome, Martina.

LA POLITICA - Il 20 marzo 2014 l'onorevole della Lega Nord Jonny Crosio ha presentato un'interrogazione parlamentare per chiedere se la questione 'frane' fosse stata evidenziata nell'ambito dell'istruttoria che avrebbe valutato l'impatto ambientale e quali fossero i progetti di Autostrade per Italia e dei ministeri dell'Ambiente e delle Infrastrutture relative all'opera.

Autostrade per Italia della famiglia Benetton ha più volte rassicurato, minimizzando i rischi e dicendo che è tutto sotto controllo. I costruttori Caltagirone e Toto sono più allarmati, tanto da aver inviato una nota al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi e al commissario per il progetto Mauro Coletta. Anche per loro sin dall'inizio dei lavori le escavazioni avrebbero aumentato il rischio del 'risveglio delle frane'.

LA GIUSTIZIA - Non è la prima volta che la procura di Bologna arriva in queste località. Il fascicolo aperto recentemente è conoscitivo ma ce ne uno giudiziario, che riguarda la frana di Ripoli, uno dei paesi che si è 'spostato'. Il borgo si trova sopra il tunnel della Val di Sambro e la frana, di nuovo in movimento, continua a farlo scivolare. Il sostituto procuratore Morena Plazzi aveva chiesto l'archiviazione dopo una lunga inchiesta per disastro colposo a carico di ignoti. All'epoca una consulenza tecnica aveva certificato che quella frana era stata risvegliata dagli scavi, motivo per cui il paese aveva cominciato a muoversi.

I COSTI - Aggiornato a settembre 2013 il costo totale dell'opera sarebbe di 3.966 miliardi di euro. Il valore è aumentato del 50% visto che le stime sulle spese erano di 2.521 milioni di euro.

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