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Cronaca Centro Storico / Via Cesare Boldrini, 24

Rapina in via Boldrini: chiusi in banca per un'ora, spariscono 100 mila euro

Tre soggetti (due uomini e una donna) travisati solo da un paio di occhiali da sole hanno derubaro la Banca San Geminiano e Prospero di via Boldrini

Tecnicamente è un furto, ma la definizione giusta potrebbe forse essere "rapina anomala" visto che non è stata usata violenza e che durante tutta l'operazione non è comparsa neppure un'arma. Tutto è cominciato ieri alle 16.30, quando alla Polizia è arrivata la chiamata del direttore della Banca San Geminiano e Prospero di via Boldrini: "Siamo stati derubati".

LA RICOSTRUZIONE: DUE UOMINI E UNA DONNA SI DICHIARANO RAPINATORI. All'arrivo degli agenti la ricostruzione fatta dai tre dipendenti (il direttore e due impiegati) e dai cinque clienti presenti (una coppia di nigeriani e tre italiani) e un addetto alle pulizie: tre persone si sono introdotte nell'istituto di credito con addosso solo degli occhiali da sole e hanno dichiarato di essere dei rapinatori senza mai mostrare alcuna arma. Hanno raccolto in un ufficio tutte le persone presenti e poi si sono fatti consegnare una cifra che si aggira intorno ai 100 mila euro totali. Il tutto aspettando circa un'ora il temporizzatore del bancomat.

Il primo ad entrare in banca è stato un uomo descritto come calvo sui 45 anni con indosso una camicia bianca a maniche lunghe, un paio di pantaloni scuri e una borsa bianca; insieme a lui una donna sui 40 anni con lunghi capelli neri, corporatura robusta, camicetta, scarpe e pantaloni blu. Entrambi dunque con gli occhi coperti da un paio di occhiali da sole. Lui ha chiesto di fare un bonifico e contemporaneamente la donna è andata dietro lo sportello, ha afferrato il braccio del cassiere e poi la minaccia: "Non fare cazzate, questa è una rapina". Ma nessuno dei due aveva in mano nè armi da taglio, nè da fuoco. Viene sbloccato il primo cassetto con temporizzatore e vengono consegnati ai due i primi 50 mila euro.

Nel frattempo entra il terzo della banda: si tratta di un uomo sui 40 anni con i capelli corti, sbarbato, con indosso una camicia bianca e blu. I tre portano tutti i presenti nell'ufficio del direttore, fanno posare sulla scrivania gli effetti personali e i telefoni cellulari e a badare a loro lasciano l'ultimo arrivato, mentre il cassiere viene tenuto appunto nei pressi delle casse. I banditi chiedono quanto denaro è contenuto nel bancomat: 48 mila euro e un temporizzatore che sarebbe scattato solo dopo 60 minuti. Decidono di aspettare tutto quel tempo, fra qualche parola con i 'sequestrati' e qualche telefonata.

ALTRI 48 MILA EURO, POI SCATTA LA FUGA. Quando anche il timer del bancomat si sblocca viene consegnato il denaro e tutti i testimoni sono portati e chiusi in un bagno: a loro viene chiesto di aspettare 25 minuti per consentire la fuga e loro obbediscono intimoriti dalla minaccia di possibili altri complici intenti a controllarli.

Solo al vaglio della Squadra Mobile le riprese delle videocamere di sorveglianza, mentre la Scientifica ha già fatto un sopralluogo. I soggetti sono stati descritti dai testimoni come italiani.

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