rotate-mobile
Cronaca Navile / Via Mario de Maria

Via De Maria, quel palazzo occupato, sgomberato, incendiato: ripartono le polemiche

Dopo il rogo la proprietà polemizza con la Procura, mentre il collettivo antisfratto Social Log chiama in causa Comune e proprietari. Il Consigliere De Biase, residente in zona, porterà la questione in consiglio comunale

Dopo l'incendio, le polemiche. Il rogo che ha consumato alcuni appartamenti dello stabile di via De Maria riaccendono i riflettori su una delle situazioni più controverse che la città abbia visto sul tema delle occupazioni. Occupato nel marzo 2014 da diverse famiglie con l'aiuto del collettivo Social Log, è stato sgomberato nell'ottobre scorso, in esecuzione di un sequestro da parte della Procura. In mezzo, anche il taglio dell'acqua agli occupanti, utenza poi riallacciata su ordine del sindaco, gesto per il quale il primo cittadino è stato prima indagato e poi archiviato nel novembre 2016, un mese dopo lo sgombero.

Una vicenda che sembra non finire mai, quella di via De Maria, è che adesso si lascia alle spalle strascichi polemici. Dopo l'incendio di questa mattina, i proprietari dello stabile tornano a chiedere che la Procura riconsegni loro il palazzo "per demolirlo e poi ricostruire". A dirlo, parlando con i cronisti, è Enes Baschieri, uno dei due fratelli proprietari dell'immobile, che aggiunge sarcasticamente: "Se volete saperne di più su quello che è successo rivolgetevi alla Procura, perché in questo momento i proprietari sono loro".

Sul posto è presente anche il consigliere comunale di Insieme Bologna Gian Marco De Biase, che assicura che "porteremo in Consiglio comunale quanto accaduto oggi, e chiederemo con insistenza che l'immobile venga restituito ai proprietari, in modo che si possano fare tutti i lavori necessari". Un passo assolutamente necessario, secondo il consigliere, che sottolinea che "se nel palazzo ci fossero state, ad esempio, delle bombole, le conseguenze sarebbero state gravissime".

Anche il collettivo antisfratto Social Log, che si impegnò a cogestire l'occupazione con le 32 famiglie, in gran parte straniere, approfitta dell'incendio per dire la sua e fare un bilancio della vicenda. Per Social Log via De Maria è "l'emblema della Bologna di oggi, dove la rigenerazione urbana è affermata dall'amministrazione a partire dagli interessi dei fondi speculativi e dei palazzinari".

In altre parole, osservano gli attivisti, "se la giunta Merola si fosse interessata del territorio e dei suoi abitanti", oggi l'edificio "non sarebbe avvolto dalle fiamme, ma avrebbe continuato a vivere in una bella esperienza di solidarietà sociale". Nel mirino del collettivo c'è, in primis, proprio il Comune, "responsabile delle decine di sgomberi e del ritorno all'abbandono di quote importanti di territorio bolognese, che come Ponzio Pilato delega alla Questura l'intervento su questioni sociali rilevanti".

Ma Social log ne ha anche per i proprietari dell'edificio, e in particolare Enio Baschieri, che prima dello sgombero, "in combutta con la Procura, si appellava alla necessità di sgomberare la struttura", che però, "posta sotto sequestro dai pm, venne restituita alla speculazione immobiliare e all'abbandono, fino all'incendio di oggi". Per questi motivi il collettivo riafferma "la necessità di aprire una stagione di lotta e conflitto sociale, perché il disimpegno dell'amministrazione, e l'esclusiva tutela degli interessi di banche e fondi speculativi, non sono più ammissibili".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Via De Maria, quel palazzo occupato, sgomberato, incendiato: ripartono le polemiche

BolognaToday è in caricamento