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Cronaca Savena / Via Emilia Levante

Via Emilia Levante, occupato residence, Ibrahim: 'Se non sono pulito non posso trovare un lavoro"

Sono entrati nel residence ai piani superiori dell'ex centro commerciale DIMA: famiglie, profughi, circa un un centinaio di persone, e tante storie. Tra loro anche tre bambini piccolissimi, dai due mesi ai due anni, e alcuni adolescenti

Sono entrati questa mattina intorno alle 6 nel residence ai piani superiori dell'ex centro commerciale DIMA, in via Emilia Levante. Famiglie, profughi dai paesi dell'Africa, rumeni, circa un un centinaio di persone, tra loro anche tre bambini piccolissimi, dai due mesi ai due anni, e alcuni adolescenti. Per raggiungere i locali occupati è necessario scavalcare una finetra e attraversare un vero labirinto, fatto di scale e sotterranei abbandonati, "abitati" da volatili e coperti di guano.

A coordinare "l'azione" la sezione bolognese del CISPM, il raggruppamento di collettivi di Sans-papier (senza documenti) Migranti e Rifugiati di tutta Europa. Molti provengono da altri stabili occupati, come le scuole Ferrari di via Toscana, ormai sovraffollati: "Purtroppo siamo costretti ad utilizzare ancora una volta che queste pratiche, che ci eviteremo volentieri, perdita di lavoro e quindi della casa, i più fortunati dormono in macchina", dice Luca di CISPM a Bologna Today "una struttura abbandonata a se stessa, costruita cementificando un'area semi-centrale che potrebbe ospitare circa 500 persone".

"Siamo a guardia del nulla" ci dice un vigilante "qui è rimasto solo un ristorante giapponese. Capisco che siano senza casa, però non vorrei che per tutelare loro, io rischiassi di perdere il lavoro". "Portano i bambini così non li possono cacciare" dicono alcuni residenti che non vogliono essere ripresi dalla telecamera "non è giusto occupare una proprietà privata, se vengono a casa mia, le assicuro, io li sbatto fuori". Cosa farebbe se fosse senza casa e senza soldi? "La casa al momento ce l'ho e anche uno straccio di lavoro" ci dice una passante "non c'è posto per tutti, e se sono italiani ci deve pensare il comune".

"E' l'unica soluzione che hanno trovato" ci dice il rappresentante dei rumeni "molti sono stati sgomberati". "Sono in Italia da 10 anni, sono regolare e ho il permesso di soggiorno, ma non il lavoro - dice Daniel, rumeno 24enne - ho una bimba di 2 anni e 7 mesi e abitavo in un campo sgomberato al Pilastro, poi in un altro locale occupato". C'è Bridget, nigeriana di 32 anni, da 6 in Italia, ha il permesso di soggiorno e ha perso il lavoro, o Meredith, una minuta eritrea 58enne, una vita passata a "fuggire; prima dall'Eritrea in Etiopia, poi sono stata rimpatriata, poi otto anni fa sono arrivata a Roma, dove ho lavorato per qualche hanno, poi ho perso il lavoro e ora sono qui, ma sono disoccupata".

Residence vuoto, con tutti i comfort: occupato a scopo abitativo

Anche Carmen, 50 anni rumena, viene dalla scuole Ferrari: è emigrata anni fa in Portogallo dove ha lavorato come colf e poi come inserviente in ospedale, poi con la crisi è arrivata in Italia, ha tre figli, una già sposata in Romania, un figlio emigrato in Austria e uno in Inghilterra. "Non li chiamo mai perchè mi vergogno, non ho soldi, non ho un lavoro e soprattutto non ho un tetto. Il mio stipendio in Portogallo era ormai di 300 euro". Viene da una storia tragica Carmen, un marito violento con lei e con i figli, e l'ha voluto raccontare ne "La Notte scura", un libro che vorrebbe pubblicare, e che ha scritto spesso illuminandosi con una torcia, a mano e con una vecchia macchina da scrivere, recuperata chissà dove.

E poi i profughi africani, dal Mali, dalla Nigeria, dalla Guinea: "Ho 19 anni, sono venuto via mare fino a Lampedusa - ci dice Ibrahim - ci hanno buttato fuori dal Villaggio del Fanciullo e da il Ponte", non sa perchè. Abitava in strada e ha conosciuto il CISPM durante una manifestazione "se non sono pulito non posso trovare un lavoro". E John, rifugiato nigeriano 40enne, arrivato in via Prati di Caprara, che vorrebbe rimanere in Italia: "Tante promesse, ma poi non è stato fatto nulla".

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