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Cronaca Navile / Via Erbosa

Salvini a Bologna, la Questura ricostruisce i fatti di via Erbosa: "La Digos ha individuato gli aggressori"

Un bilancio duro quello di via Erbosa di ieri. Mentre Hobo divulga la versione degli antifascisti, la Questura denuncia gli atteggiamenti violenti

Una giornata triste quella di ieri per le tensioni che hanno avuto come teatro l'area di ingresso al campo rom di via Erbosa, zona Arcoveggio, meta di una visita da parte del leghista Matteo Salvini dopo l'aggressione documentata qualche giorno fa ai danni di Lucia Borgonzoni, consigliera comunale del Carroccio a Bologna.

AGGREDITO E PICCHIATO UN GIORNALISTA. La manifestazione anti-razzismo dei collettivi e dei gruppi di anarchici ha infatti fatto desistere dall'intento del tour Salvini, che poco dopo è stato attaccato mentre si trovava all'interno della sua auto, i cui vetri sarebbero stati infranti a sassate. Non è tutto. Quando la situazione sembrava ormai tranquilla, dopo una mini-conferenza stampa dei leghisti, un gruppetto di anarchici ha seguito, accerchiato e picchiato il cronista Enrico Barbetti, giornalista de Il Resto del Carlino.

LA RICOSTRUZIONE DELLA QUESTURA DI BOLOGNA. In considerazione che da più parti vengono richieste spiegazioni circa l’inqualificabile aggressione subita dall’On. Salvini, la Questura di Bologna precisa quanto segue: "Nella mattinata odierna, a Bologna, il Segretario della Lega Nord Matteo Salvini, è stato violentemente contestato da un gruppo di antagonisti felsinei mentre si trovava a bordo di un’autovettura insieme al consigliere comunale leghista Lucia Borgonzoni, all’interno del parcheggio dell’Hippobingo di via dell’Arcoveggio, che dista più di un chilometro dall’accesso prescelto per l’ingresso al campo nomadi di Via Erbosa dove era diretto".

SALVINI ERA SENZA SCORTA, LA QUESTURA NON VIENE AGGIORNATA SUGLI SPOSTAMENTI. "Un centinaio di aderenti ai locali gruppi e collettivi antagonisti si era radunato nei pressi del  campo nomadi, dove erano già schierati i contingenti in servizio di ordine pubblico. Nel frattempo, gli uffici della Questura di Bologna avevano preso contatti con la tutela del Segretario della Lega Nord al fine di ottenere utili informazioni sugli spostamenti dello stesso; si apprendeva così che l’esponente politico si era recato nel capoluogo emiliano senza scorta".  Sempre nel corso della prima mattinata, il Consigliere Comunale Borgonzoni, da giorni in contatto con la  Digos bolognese, assicurava che avrebbe comunicato tempestivamente l’arrivo al casello autostradale di Bologna del Segretario della Lega, al fine di consentire la predisposizione dei necessari servizi di tutela. Successivamente, alle ore 11.00, si veniva a conoscenza che il Segretario sarebbe arrivato in ritardo a causa del traffico autostradale".

"Soltanto alle ore 11.50, in seguito ad ulteriore richiesta via sms della Questura, si apprendeva che l’On. Salvini era giunto nel  parcheggio dell’Hippobingo della città di Bologna. Nella circostanza, veniva rappresentato all’europarlamentare che era necessario, per evitare turbative, entrare nel campo sotto scorta del Reparto Mobile e della Digos, dei quali venivano spostati per raggiungerlo. Subito dopo, il consigliere comunale Borgonzoni ha comunicato telefonicamente che alcuni individui avevano tentato di bloccare l’autovettura dell’Onorevole Salvini, colpendola con un casco, calci e pugni, sfondando il lunotto posteriore, ammaccando la carrozzeria del cofano e danneggiando il parabrezza anteriore".

L’autista era comunque riuscito a far ripartire la vettura, investendo nella concitazione della manovra un aggressore, che unitamente agli altri si era rapidamente dileguato nelle vie adiacenti. Si appurava che sul posto vi erano giornalisti e fotografi lì convocati per un incontro con la stampa, che era avvenuto nei minuti precedenti all’incursione. Le  indagini immediatamente esperite dalla Digos hanno consentito di individuare alcuni responsabili della proditoria aggressione. Gli autori dei reati perpetrati saranno denunciati alla locale Procura della Repubblica.

LA VERSIONE DI HOBO. Ecco invece la ricostruzione divulgata dal collettivo Hobo: "Qualche giorno fa la consigliera bolognese Lucia Borgonzoni si è recata per una “visita” elettorale al campo Sinti in via Erbosa (Bolognina) richiedendone la chiusura, si è introdotta al suo interno telecamera alla mano, e si è persino permessa di palesare senza mezzi termini il suo disprezzo razzista nei confronti degli abitanti. A quel punto una ragazza, supportata da tutti i presenti, ha giustamente cacciato questo squallido personaggio intimandole di andarsene. Questa mattina a Salvini e alla Lega Nord, come a Milano e altrove spalleggiati dai fascisti del terzo millennio di Casa Pound, sarebbe dunque piaciuto entrare nuovamente nel campo nomadi per dimostrare che loro possono andare dove vogliono e fare quello che pare loro. Ma così non è stato".

"A presidiare lo spazio insieme ai suoi abitanti c'era anche la Bologna antirazzista, quella Bologna che non si limita a rilasciare dichiarazioni ma pratica l'antifascismo in prima persona, senza delegare nulla a istituzioni sempre più solite a autorizzare manifestazioni di matrice xenofoba e omofoba. Il presidio era numeroso e determinato. C'era un imponente dispiegamento di forze dell'ordine non solo per permettere ai leghisti di entrare e provocare ma anche per impedire l'accesso ai solidali. Ciascun esponente dello schieramento politico che aspira a essere il Front National versione italiana è stato contestato e insultato al suo passaggio".

"Un nervoso Matteo Salvini a caccia di voti ha invece cercato di intrufolarsi di nascosto in casa altrui, dove ben sapeva che la sua presenza era sgradita. Il gran comunicatore dell'odio xenofobo era lì per tenere uno dei suoi soliti comizi, una provocazione inaccettabile, perdipiù in un luogo abitato anche da famigliari delle vittime della Uno Bianca oltre che da persone appartenenti a un'etnia trucidata nei campi di concentramento nazisti. Accortosi di non potere entrare così facilmente come sperava, ha improvvisato il suo comizio in un parcheggio circondato dai giornalisti. A quel punto sono giunti di corsa alcuni compagni per contestarlo e hanno bloccato il passaggio alla sua macchina posizionandosi davanti a essa.

"La vile combriccola in fuga non ha esitato nell'accelerare a tutto gas investendo gli antirazzisti, un tentato omicidio in piena regola. Solo la prontezza e il coraggio dei compagni ha permesso loro di non finire sotto le ruote dei criminali verde-bruni. A quel punto la giusta rabbia è esplosa...e anche i finestrini dell'auto! Un'auto blu per un tronfio razzista a spasso, pagata con i soldi di tutti i contribuenti, che probabilmente solo di manutenzione costa meno del welfare destinato agli abitanti del campo di via Erbosa. La giornata di oggi ci insegna che è sempre più necessario prendere parte contro chi oggi semina odio tra la moltitudine di soggetti impoveriti nella crisi. Tutto il disagio che viviamo per l'insopportabile condizioni di questa crisi permanente in cui ci ritroviamo – e guardiamo alla storia e intorno a noi: un momento pericolosamente fecondo per lo sviluppo del germe fascista e xenofobo – lo riversiamo contro i veri responsabili di tutto ciò, Salvini compreso".

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