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Cronaca San Donato / Via Antonio Gandusio, 6

Via Gandusio, ecco come rinasceranno i 'palazzoni' Acer

Entro fine anno previsto il ripristino dei primi due civici, poi subito le riassegnazioni. Sui tetti si sta pensando a pannelli fotovoltaici. La recinzione all'area potrebbe diventare permanente. E sul circolo Guernelli...

160 appartamenti, prima da ripristinare internamente, poi da ristrutturare esternamente. E' lo stesso presidente Alessandro Alberani di Acer, l'azienda regionale che si occupa degli immobili pubblici, a illustrare alla stampa i dettagli di quella che è considerata come "una delle più grandi ristrutturazioni di edilizia pubblica d'Europa".

Assieme ad Alberani, i giornalisti invitati entrano con un paio di altri funzionari Acer all'interno dei 'palazzoni' di via Gandusio, sgomberati di una trentina tra occupanti e senza titolo circa dieci giorni fa. Subito fuori, un presidio permanente dell'associazione 'Pugno Chiuso' staziona a ridosso della palizzata di pannelli zincati che delimita l'area, accennando a una protesta mente dal pullman messo a disposizione da Acer defluiscono stampa e dirigenti alla spiccolata rapidamente dentro il complesso.

Via Gandusio, la maxi-ristrutturazione delle case popolari vista dall'interno

I lavori di svuotamento sono incominciati e, nei programmi, nella prima fase si conta di rimettere a disposizione i primi due civici, circa ottanta appartamenti, entro la fine dell'anno. Entro la fine del 2018 Acer conta di rimettere a regime l'intera struttura. Ma di quali lavori ha bisogno il maxi-complesso residenziale? "Prima ripristineremo gli interni -spiega Antonio Frighi, funzionario ingegnere- con tanto di sostituzione finestre (quelle che sono costate la vita al piccolo Alessandro in via Benini, ndr), poi toccherà all'aggiornamento degli impianti idrici, elettrici, di telefonia e più importante di tutti, l'impianto antincendio".

Poi, una volta finiti gli interni, e mentre si procederà alle prime riassegnazioni di alloggi agli aventi diritto, inizieranno i lavori sulla pannellatura esterna: pannellatura che, nelle aspettative, non dovrebbe comportare l'imipego di un cantiere ponteggiato, ma mobile, per scongiurare eventuali furti o accessi indesiderati.

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Sulla sicurezza, e soprattutto sulla prevenzione da nuove occupazioni, Acer sembra molto prudente. Prudenza che ricomprende, oltre a speciali porte antiintrusione in ogni androne dei palazzi, anche la delimitazione dell'area cantiere, ora perimetrata da pesanti pannelli in metallo zincato, che Acer non esclude di lasciare permanentemente. 

"Stiamo valutando se alla fine dei lavori mantenere la recinzione esterna. Se la manteniamo- afferma Alberani- non sarà come questa ma dipinta dai writers", in collaborazione con il Quartiere. Sarebbero dunque i primi caseggiati Acer a Bologna "recintati e protetti", aggiunge. Ad Acer non risultano molti altri esempi del genere in Italia, "mentre le case di housing sociale in Europa- riferisce Alberani- hanno tutte le protezioni, in Olanda e altri Paesi, soprattutto i grandi agglomerati come questo", che conta 160 appartamenti. L'obiettivo del muro è "dare una certa sicurezza alle persone che abitano qui, perché questo è un quartiere ad alto tasso di delinquenza", dichiara Alberani, sottolineando che questo approccio "va accompagnato da infrastrutture come campetti sportivi ed entrate, tutto da studiare, per mettere insieme la garanzia della sicurezza dell'abitare a servizi sociali".

La visita prosegue dentro al palazzo del civico 6. Al primo piano si scorge l'accesso condominale al circolo Arci Guernelli, con l'ingresso blindato ancora sfondato da -si è spiegato poi- tecnici Acer, Vigili del Fuoco, e tecnici apriporta. In uno degli appartamenti al terzo piano alla stampa viene fatta notare la differenza tra il trascurato stato di conservazione di un'abitazione occupata abusivamente e quella occupata da aventi titolo. "Negli appartamenti occupati avevano addirittura cominciato a smonare le porte blindate per rivenderle su E-Bay" commenta un tecnico Acer mentre nelle abitazioni si potevano scorgere sporcizia, infissi divelti e disordine, peraltro dovuto anche alle operazioni di sgombero e ripulitura delle squadre di operai al lavoro.

Scendendo invece nelle cantine lo spettacolo che si presenta davanti agli obiettivi peggiora decisamente: accanto a diversi materassi e indumenti, numerosi sono gli scheletri di motorini accatastati nelle celle condominiali, alternati da specchietti e fari di automobili, oltre che a qualche borsa da donna vuota. "Qua sotto quando siamo entrati stavano vivendo una ventina di persone" commenta Frighi "soggetti che non appena hanno visto le sirene hanno impacchettato i propri averi e sono scappati".

Il circolo Guernelli. Verso la fine del percorso guidato, Alberani, davanti al circolo con le serrande abbassate, affronta il tema dello sgombero del Guernelli, riprecorrendo le tappe e dando la sua versione dei fatti: "Sapevano che a fine luglio ci sarebbe stato lo sgombero, e sapevano che per due mesi non avrebbero potuto mettere piede dentro al circolo" riprende Alberani.

Su quanto accaduto dopo lo sfondamento della porta blindata, il munero uno di Acer minimizza, asserendo che le bombole di gas "erano comunque cinque" e che ad ogni modo i danni sarebbero quantificabili in circa 4mila euro, che l'azienda è disposta a rimborsare e ripristinare. Nodo di discussione centrale è invece la rinegoziazione del piano di rientro dal debito, che vede Acer creditrice del circolo per decine di migliaia di euro, per lo più dovute a utenze non pagate.

"Sono molto fiducioso che nei prossimi tavoli tecnici con il Comune potremo trovare un accordo con Arci e il circoloGuernelli: questo posto l'ho frequentato anche io negli anni '80, è un pezzo di storia, non può mancare in una zona come questa. Però -conclude- bisogna aver certezze sul rientro di queste spese: tutti devo pagare il dovuto, ci sono delle regole".

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