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Migranti, la prefetta: "L'hub di via Mattei diventa un Cas, presto il bando"

Il centro di accoglienza straordinaria ospiterà circa 200 richiedenti asilo. Dovrebbe partire in estate

Il futuro dell'hub di via Mattei a Bologna "dipende innanzitutto da quali saranno le decisioni politiche rispetto all'eventuale creazione di Cpr (Centri di permanenza per il rimpatrio, ndr). Per me, in questo momento, quella struttura sarà messa a bando come Cas (Centro di accoglienza straordinaria, ndr), perché non ho altre informative dal centro, quindi diventerà un centro di accoglienza, e spero di bandire la gara europea, che ha tempi normativi determinati, entro fine gennaio o inizio febbraio".

Parlando con i cronisti a margine di una cerimonia a Palazzo Caprara, il prefetto di Bologna, Patrizia Impresa, fa il punto sulla situazione della struttura di via Mattei, spiegando che, se non arriveranno nuove indicazioni da Roma, queste saranno le condizioni previste dal bando per la gestione dell'hub, che dovrebbe quindi diventare un Cas e ospitare, "probabilmente, sulle 200 persone, anche se i numeri dobbiamo ancora definirli con esattezza".

Per quanto riguarda via Mattei, l'auspicio e' che "per l'estate si possa partire", visto anche che al momento "non ho notizie ufficiali su una possibile chiusura dell'hub". Da parte sua, il prefetto tiene a sottolineare di "non essere preoccupata per possibili disagi derivanti dalla presenza di un Cas, perche' quella di via Mattei e' una struttura che, dal punto di vista organizzativo, consente un'ottima accoglienza", anche se precisa che "ovviamente verra' messo a bando con numeri contenuti".

Sulla destinazione dell'hub di via Mattei interviene la leghista Lucia Borgonzoni, sottosegretario alla cultura e consigliere comunale. L'hub "è uno dei centri che andrà in dismissione, come avevo annunciato mesi fa, anche se non so con quali tempistiche, e per come è ora con dismissione intendo chiusura, perchè il decreto sicurezza e altri interventi fanno sì che luoghi come quello non ci saranno più", commenta. Questo, precisa, "un po' perché non ci sono più sbarchi, quindi non c'è più necessità di centri di primo arrivo, poi perchè ci saranno i percorsi Sprar, che rimangono e al cui interno resteranno quelle persone che hanno un determinato status". 

Dl Sicurezza: cosa prevede la legge voluta dal Ministro Salvini

Sull'argomento torna anche il sindaco Virginio Merola: "Quando ci sara' anche qui un centro di accoglienza- afferma - faremo in modo di integrare le attivita' insieme al terzo settore, alla Curia e tutti i cittadini di buona volonta' per evitare che qualcuno possa dire che queste persone vanno per strada a mendicare dopo che hanno creato loro il problema".

Quello che e' successo al Cara di Castelnuovo di Porto, infatti, per Merola "e' la dimostrazione che avevamo ragione a denunciare il fatto che questo decreto (Salvini, ndr) creera' maggiore insicurezza e soprattutto ingiustizie senza senso.

Privare della scuola e improvvisamente mettere per strada queste persone ha comportato che sono abbandonate a se stesse, esattamente quello che noi vogliamo evitare". (dire)

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