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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Zona Universitaria / Via Giuseppe Petroni

Ordinanza Via Petroni | Gli esercenti: “Legge uguale per tutti”

Le scritte contro il presidente del comitato residenti, le proteste degli esercenti e gli orari "forzati". Tokir: "Incassi dimezzati e dipendenti lasciati a casa"

Bar e pub aperti fino all’una, altri esercizi fino alle 23, bicchieri di plastica e “divieto di sosta” fuori dai locali dalle 24. Questa in sintesi l’ordinanza sulla via della zona universitaria che ormai da un anno occupa i tavoli sulla sicurezza e l’ordine pubblico, se non le cronache, quando qualcuno "tenta" di darsi fuoco. Da una parte i residenti, associati in Via Petroni e dintorni, che reclamano il diritto al sonno, dall’altra gli esercenti che servono un pubblico giovane e, in bolognese, “biassanot”, quindi abituato a tirar tardi, categorie, seppur per motivi diversi, che si dicono entrambe stressate.

Via Petroni, l'ordinanza-coprifuoco

Striscioni dei residenti, scritte volgari contro il presidente della loro associazione e cartelli di protesta sui dehors dei locali, così appare via Petroni oggi e non è facile farsi un’idea imparziale sulla questione. L’ordinanza colpisce solo questa via e non via Acri, via Bibbiena o Piazza Verdi, come ci confermano scettici alcuni gestori. Molti locali, in nome della crisi e dell’uguaglianza, hanno deciso di forzare gli orari-coprifuoco, continuando a chiudere oltre l’una, nonostante la multa, altri invece li rispettano e quindi sono malvisti da chi chiede che la protesta contro il Sindaco sia unitaria. “Gli incassi sono scesi del 50%” dice Tokir che gestisce un pub-birreria “non abbiamo mai dovuto aspettare i clienti, adesso spesso a mezzanotte e mezza cominciamo a pulire e chiudiamo”. Tokir rispetta l’ordinanza, che fino a poco tempo fa non lo riguardava, poiché partiva dal civico 12 verso Piazza Verdi, visto che all’inizio di via Petroni abitano quasi esclusivamente studenti. Certo il divieto di sostare fuori dal locale oltre la mezzanotte lo aveva già penalizzato perché nel locale non ci muoveva più, ma “Se i ragazzi non vengono in via Petroni, andranno in Piazza Verdi, in via del Pratello o in via Mascarella”. Problema che si replicherà quindi, secondo questo giovane pakistano: “Ho deciso di rispettare l’ordinanza e quindi gli altri gestori ci vedono male, ma sono esasperati perché alcuni non riescono più a pagare l’affitto, del resto le spese sono uguali e gli incassi dimezzati, in un momento di grossa crisi”. Ci mostra una montagna di curricula che gli vengono consegnati tutti i giorni e anche lui ha licenziato due dipendenti, perché ora ce la fa da solo, un circolo vizioso: “Io non vendo, non compero, pago meno Iva e meno tasse, licenzio i dipendenti, e quindi ci perdiamo tutti”. E alla nostra domanda su quale possa essere una soluzione giusta per tutti, residenti e locali, ci dice: “Una norma uguale per tutti, che permetta alla gente di dormire, ai ragazzi di divertirsi e ai noi di lavorare, anche chiudendo prima” non penalizzando quindi solo la via della discordia.  
 

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